RACCONTO
“Aspettate vengo anch'io” - Il giorno andava via via appassendo negli ultimi bagliori della luce, il sole, calato pian piano il ciglio sugli occhi, scivolava dietro le cime delle montagne.
Tre ombre invisibili a occhio umano, muovevano furtivamente verso un'area sosta camper, in cerca non si sa bene di cosa, forse di qualche avventura.
La casa, dove vivevano abitualmente, non aveva proprio un aspetto austero, un po' dappertutto c'erano fiori. Di modesta e piccola fattura, con un ampio viale alberato, era un po' appartata in campagna.
Vicino scorreva un torrente e davanti si stendevano distese di prati. Più in alto su di un poggiolo vigilava un imponente castello. Ogni tanto arrivava qualcuno e con lui anche un po' di movimento, ma poi la casa ripiombava nel silenzio: forte, sommesso, pesante, che qualche passerotto, trovatosi a passare di lì, interrompeva di quando in quando.
Visite brevi, di solito, perché era più allegro vivere sugli alberi del boschetto vicino.
Il luogo era decisamente noioso per loro che si portavano appresso ancora sete di conoscenza. Così avevano trovato un modo un po' originale per fare esperienza.
Quella sera, ai due abituali, si era aggiunto un altro, giunto lì in quella casa da poco e pertanto un po' inesperto.
L'area camper situata a lato della casa poteva ospitare fino a sei automezzi, ma non era molto frequentata, solitamente solo nella stagione estiva come sosta di passaggio. Probabilmente il luogo suscitava qualche perplessità, seppure tranquillo e ombreggiato.
“Ehi dove state andando?” Cominciò a gridare il giovane inesperto, aspettatemi!!”
I primi due avevano allungato il passo intenzionati a salire sul mezzo di destra, dove avevano visto giocare dei bambini.
I camper arrivati al mattino, due per la precisione, pareva avessero tutta l'intenzione di passare la notte lì.
I tre erano intenzionati a entrare dentro, ascoltare i discorsi degli occupanti, le storie che si raccontavano, assistere ai giochi dei bambini, e andarsene alle prime luci dell'alba, con la seppur magra intenzione di riappropriarsi un po' di quello che avevano perduto.
Ma quella sera non presero in considerazione l'imprevisto, il giovane inesperto sbagliò camper ed entrò in un vecchio motorhome occupato da una coppia di anziani. Per giunta il mezzo intorno alle undici fu messo in moto e partì. Pensare che gli altri due avevano cercato di metterlo in guardia, poteva capitare di sbagliare, l'importante era accorgersene subito e svignarsela alla prima occasione.
Ma il giovane non aveva preso in considerazione la loro raccomandazione anzi l'aveva trovata una spiritosaggine, e si era attardato dentro il mezzo. Appena si accorse di essere bloccato cercò di uscire ma non trovò l'attimo. Convinto di poterlo fare al mattino, si rassegnò a passare la notte accovacciato nel vano di un cassetto della cucina. Ma il camper viaggiò tutta la notte e all'alba era già in Francia, alla volta del Belgio.
Arrivò l'autunno, poi l'inverno, i due chiusi in casa s'annoiavano terribilmente, aspettavano con trepidazione la primavera e ancora di più l'estate, quando avrebbe ripreso il movimento nell'area camper.
Dopo tanta attesa l'estate arrivò e più calda del solito. Un pomeriggio dal fondo della strada spuntò un motorhome molto simile a quello dello scorso anno.
“Eccolo, è lui, ne sono sicuro, è quello che si è portato via il nostro amico.” Disse il primo e l'altro gli fece il eco, battendo le mani felice.
La curiosità fu tanta che già al pomeriggio provarono ad avventurarsi verso quel camper, non speravano certo di ritrovare il compagno. Invece lui era lì, allegro e più vispo del solito.
“Wow, sei tornato. Che bello!” Esclamarono in coro.
“Voi non siete in grado di immaginarvi come sia stato interessante il mio viaggio – cominciò. "Ero finito in Belgio, ma poi ho visto Parigi... la Senna... sono stato a Ginevra, ho visto il lago e i suoi giardini e sempre qui dentro ho respirato un po' di quella vita che mi era sfuggita. Adesso sono tornato, e sono contento di ritrovarvi. Venite vi racconto.”
E s'incamminarono verso casa.
Niente avventure per quella sera, i tre spiritelli avevano trovato altro da fare.
Stefania Pellegrini
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Pensavo fossero topolini...
RispondiEliminaCarino😉
EHH... EHH. Grazie Alberto. Buona giornata.
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