"Abbaglio - illusione
o solo approdi,
tappe del mio andare?"
A cinque mesi dalla sua pubblicazione, ITACA NEL CUORE è una raccolta di poesie che muove i sui primi passi, cerca la strada, lettori che la scoprano e si interessino a lei. E' come una piccola nata, bisognosa di attenzioni, sbalzata alla ribalta del mondo poetico senza ben sapere come fare per essere letta e magari apprezzata. Ma lei non si abbatte e va avanti per la sua strada, fiera di quei lettori che l'hanno sfogliata e letta, a volte immedesimandosi nel suo pensiero e forse anche sognando un po' - "Ancora salperò!"
Tra
questi c'è il critico letterario Lorenzo Spurio, nonché poeta, scrittore, Presidente dell'Associazione Euterpe, che le ha dedicato
tempo, l'ha letta con attenzione, e ci ha restituito un quadro
analitico, profondo, molto interessante.
Di seguito la recensione:
Stefania Pellegrini, Itaca nel cuore, CTL Editore, Livorno, 2020.
Recensione di Lorenzo Spurio
Vorrei
giungere in vista di Itaca,
sentire la tua mano sulla guancia,
come rugiada nel cuore d’una rosa (97).
"Di recente pubblicazione è la nuova raccolta di poesie di Stefania Pellegrini, autrice nata in terra d’Irlanda e da tanti anni residente nei pressi di Aosta. Non si tratta della sua opera prima e numerosi suoi testi sono già apparsi in rete, soprattutto sul suo sito personale «Parole Nomadi», su varie uscite della rivista di poesia e critica letteraria «Euterpe», nonché su antologie di premi letterari.
Il nuovo volume, edito per i tipi di CTL di Livorno, porta il titolo di Itaca nel cuore e già da questa definizione che richiama il mito classico – e con esso il mistero del viaggio – compendiamo che il percorso che la Nostra ci propone d’intraprendere immergendoci nelle sue liriche ha qualcosa d’analogo a un itinerario odeporico vale a dire di quella letteratura di viaggio che non è semplice cronaca di trasbordi e viaggi fisici quanto – ben più spesso e in forme ancor più profonde – di carattere esistenziale e interiore.
La Pellegrini ha deciso di suddividere il copioso materiale poetico che qui trova posto in varie sotto-sezioni che, in realtà, appaiono più come delle vere e proprie micro-sillogi che possono essere concepite, lette e dunque fruite nella loro singolarità: sono autosufficienti ai contenuti e complete e non necessariamente debbano trovare riflesso e collegamento con le altre sezioni. Ed è la stessa Autrice a chiarire nella nota introduttiva del volume quella che è stata la sua intenzione alla base di questa necessaria e ben condotta cernita di titoli e relativa catalogazione in sottogruppi. C’è una prima sezione che porta il titolo “La forma dei giorni”, enunciato nel quale non facciamo difficoltà a percepire l’intenzione della Nostra di volersi riferire a quegli aspetti della vita odierna, agli ambiti colloquiali e transeunti dell’uomo contemporaneo, in balia tra pensieri e ossessioni, a volte ostaggio di incomprensioni, altre pervaso da moniti di fuga e sempre – comunque – fortemente attraccato alla vita concreta nella quale la Nostra ritrova il senso delle cose in circostanze di meditazione, pausa, riflessione, ricerca di sé e attribuzione di significati all’essenziale che ci contraddistingue.
A rivelare questo (possibile) atteggiamento sono i titoli stessi delle poesie che si trovano contemplate in questa prima parte: “Sono così oggi”, “Cambiare prospettiva”, “Mia solitudine”. Sono, in effetti, testi particolarmente intimi in cui l’interiorità della Nostra viene offerta al lettore non tanto perché ne faccia testamento proprio quanto perché, senza difficoltà né superfetazioni, può ritrovarcisi egli o ella stessa. Pensieri, dubbi, divagazioni, riflessioni e rievocazioni, ma anche memorie, ricordi che riaffiorano, promesse, visioni incantate o comunque piacevoli (non sempre in linea con l’animo dell’io lirico) fanno da sfondo a questi componimenti. Penso anche a testi quali “E nasce il giorno” e “Il mare”.
D’altro canto non possono – né devono – passare inosservati gli scambi lirici nei quali la Nostra tematizza la vita nella forma del percorso, tramite l’allegoria del viaggio, metafora nota del cammino dell’uomo, viandante in terre che non conosce, scopre, caratterizzato da continue dislocazioni per ragioni dettate da aspetti pratici della vita. Si pensi ai componimenti “La locomotiva”, “Andata-ritorno” ma anche “In quell’andare” e “Il viaggio” dove questo si fa particolarmente palese..."
Segue su: BLOG LETTERATURA E CULTURA di Lorenzo Spurio
Il libro si può acquistare sui principali store di internet, presso la CTL Editore di Livorno o richiedendolo direttamente a me tramite messaggio.
Potete raggiungere il mio blog di poesie "Parole nomadi" - cliccando qui