giovedì 18 gennaio 2024

La scrittura... quel cielo dentro di me.

 


L'alluvione a Argenteuil - Claude Monet


Vorrei riprendere da dove avevo lasciato. Vorrei, ma mi fermo sull'intenzione, non vado avanti e continuo a essere latitante. Il due gennaio ho aperto l'anno su questo blog piena di speranza e di buona volontà... ma poi più niente. Ho ripreso a essere assente, non commento e non navigo sul web.

E' come se gli accadimenti, le preoccupazioni dello scorso anno, avessero creato fratture nel mio modo di essere e di pensare. Non esagero quando dico che mi ha attraversato un fiume in piena, è così che mi sento ancora dopo mesi: acciaccata, a giorni ancora devastata. Non sono più la stessa persona.

Mi chiedo se la mente sia altrove, ma no, credo semplicemente sia pigra, si rifiuti di pensare, di farmi concentrare su qualcosa.
La scrittura, ma in definitiva anche i miei blog, mi hanno sempre dato la carica, ispirato progetti, iniziative e negli anni scorsi ne ho trovati tanti, ma poi improvvisamente si è assopito tutto e non so come ritrovare la luce di quel cielo che c'è.  Lo so, c'è ancora dentro di me.

Tutto passa, si supera come con il fortunale. Lo sappiamo... dopo torna il sereno, ma non tutto come prima. Prendiamo per ipotesi un'alluvione. Sappiamo bene l'effetto che ha l'esondazione del fiume sul paesaggio, sulle case... sugli uomini. Le frane che provoca nel terreno, la desolazione, il disastro che lascia. Si dovrà lavare via il fango, liberarsi delle macerie, adattarsi ai disagi... trovare la pazienza, la resilienza per ricostruire da un mattone alla volta. Così mi sento io adesso, in un divenire di aggiustamenti, di ricostruzioni, ma non tanto attorno a me, quanto soprattutto dentro di me. Le nubi si sono diradate, ma forse è solo cambiato il modo in cui vedo il cielo.

Dove sta il senso delle cose? Di certe cose in particolare? Spesso ci sforziamo di cercarlo, di scoprirlo, di conoscerne il significato. Abbiamo bisogno di darle un'etichetta, un nome, per capire, come se ciò ci aiutasse in qualche modo ad accettare quello che ci accade o accade attorno a noi. E' la vita, mi dico, tutto questo fa parte della vita e non c'è altra spiegazione che tenga. Eppure non trovo facile farmene una ragione, uscirne fuori, quando so che niente tornerà come prima e mi restituirà ciò che è stato.

Ma in fin dei conti, ora, non sto scrivendo? Forse confusamente, ma sto scrivendo i miei pensieri. Eccolo quel cielo che cercavo, magari ancora un po' nuvoloso, ma ben venga anche solo questo. Non sarà come produrre racconti o poesie, ma la scrittura non è anche terapia, terapia per l'anima?


"Il cielo" - una meravigliosa canzone di Renato Zero dei miei anni giovanili. 
Vi rimando al link: https://significatotestocanzone.blogspot.com/2020/04/il-cielo-renato-zero.htm qualora non conosceste e voleste scoprirne il suo vero significato. 

martedì 2 gennaio 2024

L'anno che verrà... è già qua oramai.

 L'anno nuovo è arrivato e ancora qui, intorno a noi, c'è tanto che non va... 



E dentro di me?

In qualche modo mi è mancato questo blog, mi siete mancati voi, così oggi ho sentito il desiderio di iniziare il nuovo anno con un post, e mi è venuta in mente la canzone di Lucio Dalla. L'ho sentita così tanto volte che ormai la conosco a memoria, pensate è uscita nel 1979 eppure pare scritta appena ieri.

Chi non conosce o non ha sentito almeno una volta L'anno che verrà?

E chi non si è riconosciuto nelle sue parole? C'è tutto il nostro tempo, un messaggio inteso come partecipazione ai problemi, alle angosce e le speranze di tutti noi. Il grande bisogno di continuare a sperare, dicevo, che in fondo ci anima ogni fine anno. Possiamo averlo avuto complicato, pieno di problemi, ma il nuovo giro di lancette, allo scoccare della mezzanotte, ci fa credere possa cancellare quello che è stato e di iniziare un nuovo anno come desidereremmo, pur sapendo che potrà non essere così. Tutta la nostra buona volontà non potrà controllare le variabili, a volte tante e non dipendenti da noi. Eppure abbiamo bisogno di sognare, per guardare avanti, per vivere. E allora speriamo, speriamo che, almeno in parte, qualcuno dei nostri desideri si realizzi pensando che:

"...se quest'anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio
Come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch'io
..."

Tornando a me e al mio 2023... be' non è stato uno dei migliori, ma poi esiste un anno migliore dell'altro? Tutto, alla fine, dipende dalle aspettative. Benché abbia cercato di non averne, perché, come dicevo sopra, sono tante le variabili che si incontrano lungo la via, non è stato facile, anche solo inconsciamente, non farlo.

E' stato un 2023 pesante, complicato e sofferto sul fronte familiare, che mi ha tenuto lontano anche da questo blog perché il mio tempo è stato assorbito da altro, e mi sono mancate le parole e le storie che scrivevo perché non trovavano la strada per nascere.

Ma l'esperienza non è stata negativa perché mi ha insegnato, una su tutte, a non guardare oltre il giorno che stavo vivendo e a essere grata a certi momenti vissuti, apprezzandoli come non avevo mai fatto, perché in un cielo pieno di nuvole uno squarcio d'azzurro all'improvviso è qualcosa di inaspettato che ha del bello e della speranza. E soprattutto ho scoperto in me la forza della resilienza, come si suol dire, a vedere la botte mezza piena, anche se a giorni perdeva acqua da tutte le parti.
Che vi devo dire? Questo è stato il mio vivere l'anno, il mio modo di sopravvivere alle intemperie che mi sono trovata ad attraversare.
E così, allo scoccare della mezzanotte, non ci sono stati propositi, come mi capitava altri anni perché ho capito che l'imprevisto è sempre in agguato e spesso non è controllabile.
Non vuol dire che non riesca a essere positiva, ho solo forse realizzato che non serve a niente aspettarsi qualcosa, tanto la vita non va mai come la vorresti o te l'aspetteresti.
L'importante è essere qui, ora, per poterlo raccontare e augurare Buon 2024 a tutti voi.