“Le nostre paure sono come mine che esplodono non appena qualcuno vi appoggia un piede sopra.” (Emanuela Breda)
Buona lettura
Il sole aveva
raggiunto il suo apice, e la giornata primaverile emetteva onde speciali, era
la prima che seguiva alla pioggia e al vento arruffone di quell’ultimo mese.
Sul tetto della casa ancora la neve stazionava indecisa, in un panno sottile e
scivoloso. Ma c’era una parte di essa che, abbandonata ogni resistenza, stava cambiando
forma e si scioglieva in grosse gocce che andavano a ricadere con un rumore
secco sul terreno.
Poteva essere il
primo giorno, e altri ne sarebbero seguiti fino al crescendo della
nuova stagione, ma poteva anche essere che in breve tutto tornasse a prima. Era
comunque bello lasciarsi penetrare da quel risveglio, metteva in corpo tanta energia
e allegria.
Il mese era
alquanto capriccioso e tutto ci poteva stare. Lei sapeva bene, poteva accadere,
non sarebbe stata la prima volta, ed era uscita a curiosare appena aveva visto
la luce dei raggi del sole, per non lasciarsi sfuggire quel tepore, il
primo dopo l’interminabile inverno, che sentiva sulla pelle e, rapido
propagarsi tra le giunture, in tutto il corpo. Assaporava quell’aria mite
attraverso le narici e godeva della sensazione piacevole di dolce riscoperta.
La casa era al
limite del bosco, in mezzo al niente, contornata da una vegetazione disordinata
e scomposta, tra tralci incolti di edera che s’aggrappavano alle sue mura
scrostate, e ricadevano su parte delle finestre. Tutto intorno crescevano grossi
cespugli rigogliosi, e ne nascondevano la porta d’accesso. Lì abitava da un
po', ma a dirla tutta, non sarebbe stata in grado di quantificare il tempo, né dire
come ci fosse arrivata. Era lì e basta, questo solo era importante per lei, in
quel suo rifugio dove poteva mantenere la sua amata indipendenza e libertà e tutto
scorreva nella tranquillità di una natura accogliente e protettiva.
Forse fu un
rumore di sterpi calpestati, forte e ripetuto, forse di passi, ne contò fino a
quattro, che, ingigantiti dalla paura, assunsero alle sue orecchie il frastuono
dei tuoni rimbombanti dietro le montagne e il respiro le si fece accelerato. Li
immaginò grossi, enormi, come quelli dei dinosauri. Si pensò schiacciata, o
addirittura mangiata da uno di loro e il cuore si mise a battere così forte da
darle la sensazione di uscirle dal petto. Sentiva il rumore sul terreno crescere
potente, rimbombare al punto da farle temere le esplodesse dentro. Quella paura,
che sempre le toglieva la razionalità, era tornata nella forma più evidente di
terrore incontrollato. Sentì tutte le membra attraversate da un tremore e ogni
cellula del suo corpo entrare in allarme, ma si impose di restare immobile e di
trattenere il respiro; capire la direzione del pericolo le avrebbe dato qualche
possibilità di salvezza.
“Papà - chiamò una bambina di circa cinque anni - vieni. Ho trovato una casa, vieni dai, non c’è nessuno.” “Possiamo
fermarci un attimo, così ci riposiamo e posso fare la pipì”.
Il Nemico era arrivato. Era in piedi enorme, gigantesco, a due passi da lei, e minacciava la sua incolumità.
La lucertola comprese di non avere più tempo, doveva agire. Il
muro cadente dietro, lì a due passi, aveva grosse crepe. Adocchiò la prima, la
più vicina, e rapida vi scivolò dentro.
Stefania Pellegrini ©
Anno 2021
DIRITTI RISERVATI
Costruito benissimo e insieme terribile questo racconto, con i suoi spaventosi sottintesi...Lascia davvero senza fiato.
RispondiEliminaGrazie, Stefania, e complimenti per l'efficacia della narrazione!
Grazie cara Annamaria, ti sono grata per il commento. E' la prima volta che sperimento la scrittura di un brevissimo racconto e sono contenta ti sia piaciuto.
EliminaBuon sabato a te, un abbraccio.
Nel post riporti questa frase “Le nostre paure sono come mine che esplodono non appena qualcuno vi appoggia un piede sopra.” (Emanuela Breda)molto vero. Bellissimo il racconto, breve ma che ti fa immergere in una situazione ed in un mondo. Fino alla fine non si capisce che lei è una lucertolina. Brava !
RispondiEliminaCiao, grazie Arwen, apprezzo la tua assidua presenza e il tuo commento. Buon sabato a te.
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