ANNA ACHMATOVA
"Lascio la casa bianca e il muto giardino.
Deserta e luminosa mi sarà la vita"
La porta accostata,
il lieve ondeggio degli alberi di tiglio…
Sul tavolo, chissà dimenticati,
un frustino e un guanto.
L’alone giallo della lampada…
Sento un fruscio.
Perché sei andato via?
Io non capisco…
Domani sarà un mattino
di serenità.
La vita è splendida,
sii saggio, cuore.
Sei così stanco,
rallenta, batti piano…
Pensa, ho letto
che l’anima è immortale.
(1911)
Poesia dell’ultimo incontro
Il petto senza forza raggelava,
eppure leggeri erano i passi.
Ho infilato il guanto di sinistra
nel posto della destra.
Sembrava che i gradini fossero tanti,
ma io sapevo che erano soltanto tre!
Nell’autunnale sussurro degli aceri
mi ha chiesto: “Muori con me!
Mi ha ingannato infatti il triste,
incostante, crudele mio destino”.
Gli ho risposto: “Caro, caro!
Anche me ha ingannato. E morirò con te…”
Questo è il canto del nostro ultimo incontro.
Ho guardato la casa buia all’ultimo istante.
Solo nella camera ardevano candele,
di una luce gialla, indifferente.
(1911)
Nella notte bianca
Non ho chiuso la porta,
non ho acceso le candele,
non lo sai ma, per quanto fossi stanca,
non riuscivo ad andarmene più a letto.
Guardare, come si smarriscono i sentieri
dentro al bosco, all’imbrunire ormai del giorno,
ebbra del suono di una voce
che è simile alla tua.
E sapere che tutto è già perduto,
che la vita è un tremendo inferno.
Ero certa
che saresti ritornato.
(1911)
Anna fu una bambina precoce. A cinque anni parlava perfettamente il francese ed era una grande lettrice. A dieci, superata una grave malattia, cominciò a scrivere: un diario, piccole storie, ritratti di compagni di gioco.
La sua prima poesia è datata 1900, a undici anni, e la prima pubblicata apparve nel 1907 sulla rivista parigina “Sirus”, edita da Gumilëv.
Non amava l'appellativo di poetessa, ma preferiva farsi definire poeta, al maschile.
L'Achmatova fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo acmeista fondato e guidato dal marito, Nikolaj Gumilëv che sposò nel 1910 e ne fu una delle massime interpreti.
Negli anni del matrimonio con Gumilëv, durato fino al 1918, e con cui ebbe il figlio Lev, Anna fece molti viaggi e a Parigi conobbe Modigliani che le dedicò una serie di ritratti e di nudi.
Sofferente di cuore, morì di una crisi cardiaca a Domodedovo (Mosca) il 5 maggio 1966.
Anna Achmatova con il figlio Lev e il marito nel 1913/16
Cara Stefania, non so come fai a trovarle tutte tu!
RispondiEliminaAggiungo anche che sei bravissima.
Ciao e buona serata con un forte forte abbraccio.
Tomaso
Ciao Tommaso, sono contenta di leggerti anche qui. Grazie tante della visita. Buon venerdì.
EliminaInteressante ! Non conoscevo questa poetessa di Odessa e non avevo mai letto sue poesie. Mi ha colpito la prima dove, conscia dei suoi problemi, parla al suo cuore. Saluti.
RispondiEliminaLieta di avertela fatta conoscere, anche a me piace molto la prima poesia. Un caro saluto e grazie.
EliminaMolto belle queste poesie e la tua interessante presentazione di una poetessa che non conoscevo.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Ciao fulvio
L'Achmatova è una poetessa che amo molto, sono contenta tu abbia apprezzato. Grazie mille e buon venerdì
EliminaChe belle mamma mia. Grazie di avermi fatto scoprire questo "poeta". Che poi ha ragione. Le professioni non si dovrebbero pronunciare al femminile. Ciao Stefania. 😘
RispondiEliminaCiao Pia, ogni sua poesia merita di essere letta per apprezzarne tutta l'intensità che trasmette al lettore.
EliminaGrazie per la visita e per il tuo apprezzamento, un caro saluto.