mercoledì 18 dicembre 2019

Aspettando il Natale

"È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese." (Charles Bukowski)

Natale di una volta
Natale a Regalpetra di Leonardo Sciascia



Il vento porta via le orecchie - dice il bidello.
Dalle vetrate vedo gli alberi piegati come nello slancio di una corsa.
I ragazzi battono i piedi, si soffiano sulle mani cariche di geloni.
L’aula ha quattro grandi vetrate: damascate di gelo, tintinnano per il vento come le sonagliere di un mulo.
Come al solito, in una paginetta di diario, i ragazzi mi raccontano come hanno passato il giorno di Natale:
tutti hanno giuocato a carte, a scopa, sette e mezzo e ti-vitti (ti ho visto: un gioco che non consente la minima distrazione); sono andati alla messa di mezzanotte, hanno mangiato il cappone e sono andati al cinematografo.
Qualcuno afferma di aver studiato dall’alba, dopo la messa, fino a mezzogiorno; ma è menzogna evidente.

In complesso tutti hanno fatto le stesse cose; ma qualcuno le racconta con aria di antica cronaca:"La notte di Natale l’ho passata alle carte, poi andai alla Matrice che era piena di gente e tutta luminaria, e alle ore sei fu la nascita di Gesù".
Alcuni hanno scritto,senza consapevole amarezza, amarissime cose:
"Nel giorno di Natale ho giocato alle carte e ho vinto quattrocento lire e con questo denaro prima di tutto compravo i quaderni e la penna e con quelli che restano sono andato al cinema e ho pagato il biglietto a mio padre per non spendere i suoi denari e lui lì dentro mi ha comprato sei caramelle e gazosa".
Il ragazzo si è sentito felice, ha fatto da amico a suo padre Pagandogli il biglietto del cinema…
Ha fatto un buon Natale. Ma il suo Natale io l’avrei voluto diverso, più spensierato.


"La mattina del Santo Natale - scrive un altro – mia madre mi ha fatto trovare l’acqua calda per lavarmi tutto".
La giornata di festa non gli ha portato nient’altro di così bello. Dopo che si è lavato e asciugato e vestito, è uscito con suo padre "per fare la spesa". Poi ha mangiato il riso col brodo e il cappone.
"E così ho passato il Santo Natale".
Il racconto è tratto da una raccolta "Le parrocchie di Regalpetra" che Leonardo Sciascia ha pubblicato nel 1956 sulla sua esperienza come maestro nelle scuole del suo paese.
(foto dal web) 

7 commenti:

  1. Che atmosfera d'altri tempi, nel realismo del grande Sciascia.
    Bacio Stefania. Grazie e buona giornata.

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  2. Cara Stefania, evviva natale che ci porta pace e serenità...
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Concordo con il pensiero di Bukowski e mi è piaciuto il Natale di una volta di Sciascia. Auguri e saluti.

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  4. Una condivisione letteraria, di piacevolissima lettura, molto vicina ai giorni che viviamo...
    Articolo piaciuto e apprezzato.
    Un caro saluto, Stefania,silvia

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  5. Bello il tuo post natalizio/letterario.
    Purtroppo credo anche io che Bukowski avesse ragione e probabilmente più passano gli anni più la sua frase risulta vera e triste. Un saluto Sivlia cara
    Auguri, Buon Natale e serene festività in arrivo

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  6. Ciao,i pensieri di Bukowski sono tra i miei preferiti,per il Natale di una volta,forse era più aspettato ,per l'atmosfera e per i doni.Un tempo avevamo meno e i regali erano spesso utili e desiderati.Oggi tutti o quasi abbiamo tanto e i regali di Natale sono strenna,insomma cose inutili.
    Ciao,fulvio

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  7. Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero, ma nelle persone che ti stanno vicino nei momenti speciali.
    Buon Natale!

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