sabato 16 novembre 2019

"Chi sono io?" La storia della poetessa bambina.

" I versi per me sono come l'aria, la vita e il dolore sono come l'aria e non si può stare senza respirare"

Nika Turbina
Nika Turbina è un nome sconosciuto ai molti, eppure la sua storia racconta di una bambina dalla poesia innata, di una donna divenuta tale anzitempo.
Nasce a Yalta il 17 dicembre del 1974, da una famiglia di artisti. La madre è scultrice, la nonna interprete, il nonno, Anatolij Nikanorkin, scrittore e poeta. A soli ventisette anni, l’11 maggio del 2002, scompare tragicamente a Mosca.
I suoi primi componimenti risalgono all’età di quattro anni, dettati di notte alla mamma.
La piccola era di salute cagionevole, soffriva d’asma, le difficoltà respiratorie, il senso di soffocamento pare le provocassero bruschi risvegli, cosicché in preda all’ansia, Nika cominciò a cercare di resistere al sonno, rimanendo seduta sul letto. 
E' in quelle occasioni ad accorgersi che nei suoi ansiti si nascondono parole, si formano versi, dalle sue labbra fiorisce poesia di rara intensità. L’ispirazione arriva improvvisa, con l’intrecciarsi di vocaboli, immagini e metafore, ma ha bisogno della mamma o della nonna per appuntare ogni cosa sotto dettatura.
Per Nika la scrittura è un gioco, nel modo serio di un bambino. La poetessa – bambina scrive dell’amore, del dolore, degli inganni della vita scuotendo il senso più tragico delle parole.
Raggiunge l’apice della notorietà, quando a soli sette anni i suoi versi appaiono su un quotidiano nazionale, grazie all’interessamento dello scrittore già affermato Yulian Semyonov. Nel giro di un anno viene pubblicata a Mosca la sua prima raccolta: Quaderno di appunti, con una prefazione di Evgenij Evtusenko.
Nel maggio del 1985 le viene conferito il Leone d’oro di Venezia, prima di lei solo un altro poeta russo viene insignito dello stesso riconoscimento: Anna Achmatova.
Divenuta adulta si trasferisce a Mosca. Studia per qualche tempo presso l’istituto di Cinematografia e l’Istituto di Cultura, prende parte come attrice ad alcuni film, viaggia molto. Si sposa e prova a lavorare in radio e in TV.
L’ultima parte della sua vita la trascorre lontano dall’attenzione generale:
Scrive di sé: “Tutto quello che dovevo, l’ho detto da bambina, nelle mie poesie. Non c'era bisogno che divenissi donna”
E poi il buio.

Chi sono io? 
Di chi gli occhi quando guardo nel mondo,
di Amici, Familiari, Belve, Alberi ed Uccelli?
Di chi le labbra per bere rugiada
alla foglia che cade lungo la strada?

Di chi le braccia per stringere
in bilico il mondo, indifeso?
La voce si perde tra quelle di boschi,
campi e tempeste di neve,
piogge forti e la notte.

Chi sono in tutto questo io?
Dove andare in cerca
di me, come dare risposta a tutte
queste voci in natura?
 
Qualche anno fa le "Edizioni  Via del Vento” hanno pubblicato una piccola antologia della sua opera: “Sono pesi queste mie poesie”, di cui riporto alcune liriche qui sotto.
Versi che raccontano l’esperienza unica di  una bambina che non è riuscita a diventare donna, o lo è diventata troppo in fretta.

Il senso della vita

Da salire
e scendere
gradini –
mi gira la testa.
Da salire
e scendere
gradini –
com’è piccola la vita!
Non voglio credere
che da me verrà la morte,
che mai vedrò
la neve di gennaio,
che non raccoglierò
più fiori a primavera
per fare una ghirlanda.
Vi prego!
Non ditemi altro.
Abbiate solo fede
che al mattino sarà giorno
ancora e avrete
da salire e scendere
gradini al volo,
e tutti li conterete.
(1981)

Sono pesi queste mie poesie

Sono pesi queste mie poesie
pietre spinte lungo una salita.
Le porterò stremata
allo strapiombo.
Poi cadrò, viso nell’erba,
non avrò lacrime abbastanza.
Smembrerò la strofa
scoppierà in singhiozzi il verso
e si pianterà nel palmo
con dolore anche l’ortica.
L’amarezza di quel giorno
tutta trasmuterà in parola.
(1981)

Bambola

Sono una bambola rotta.
Si sono scordati di mettermi
un cuore nel petto.
E al buio, in un angolo, inutile,
abbandonata.
E come una bambola rotta
al mattino ho ascoltato
i bisbigli di un sogno:
"dormi, tesoro, dormi
e voleranno gli anni
e al tuo risveglio
di nuovo vorranno
prenderti in braccio
cullarti per gioco,
e troverà il suo battito
il cuore".
E' solo tremendo 
aspettare. 
(1983)

In piedi sui confini

In piedi sui confini
dove perdi il contatto
con il mondo.
Si gettano qui ponti innanzi
quando scocca mezzanotte:
inflessibile è il tempo.

In piedi sui confini:
solo un passo ancora,
avanti!, verso l'immortalità.

Se mi volto, scopro dietro di me
quei giorni che mi hanno dato tanta luce.

E non so decidermi
a quel passo,
ma mi mette fretta il tempo.
Con il far del giorno
si oscura la mia stella,
la linea si richiude in un istante.
(1983)


10 commenti:

  1. Non conoscevo questa giovane poetessa. Credo che "Bambola" sia la poesia che più mi è piaciuta , fra quelle che ci hai presentato. Peccato che sia scomparsa così giovane. Saluti.

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    1. Si è suicidata purtroppo. Una poetessa-bambina cresciuta troppo in fretta... Grazie Mirtillo, buon pomeriggio.

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  2. Mia cara Stefania io ti ringrazio fortemente per avermi fatto conoscere questa bravissima poetessa. Di una potenza estrema il tuo scritto che la racconta in modo intenso, esattamente come i suoi versi. Triste perdere così presto talenti simili. Ciao grandiosa, alla prossima.

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    1. Cara Pia, grazie a te. Purtroppo è una poetessa poco conosciuta, o più precisamente un po' dimenticata. Eppure la sua poetica, come hai giustamente osservato è di forte impatto emotivo. Non dimentichiamoci che quando ha scritto queste poesie aveva sette e nove anni, una bambina! Dotata di una sensibilità e profondità notevoli.
      Buon pomeriggio a te.

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  3. Sempre speciali le tue presentazioni d'autori non molto noti,come questa splendida poetessa, che ci ha lasciato opere notevoli, sulle quali porre profonde riflessioni.
    Buona domenica, carissima Stefania,silvia

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    1. Ti ringrazio, cara Silvia. Sono lieta che ti sia piaciuta. Buon pomeriggio a te.

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  4. Da appassionato di poesia non posso che ringraziarti per avermi fatto conoscere una grande artista.
    A presto.fulvio

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  5. Poesie che raccontano dolore. Grazie per avercela fatta conoscerò, approfondirò. Abbraccio siempre <3

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    1. Convengo con te, pare incredibile che una bambina di sette o nove anni possa aver sentito tutto il dolore che traspare dai versi di queste poesie.
      A me questa ha colpito molto.
      Ciao e grazie della visita.

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