Il 30 Agosto 1996,
sono appena
trascorsi venti anni,
Goliarda Sapienza
veniva trovata senza
vita nella sua casa di Gaeta, giaceva sul pianerottolo da qualche
giorno. Un morte improvvisa avvenuta nel silenzio, come la vita che
aveva scelto di condurre.
Chi
era Goliarda Sapienza
è difficile da definire, per il suo carattere estremo e fuori dagli
schemi. Insieme a Sibilla Aleramo è considerata la più trasgressiva
scrittrice del ‘900, dalla vita tumultuosa e dalla personalità
irrequieta.
Una
donna sola, spesso povera che conduce una vita isolata, e che proverà
anche l'esperienza del carcere per un furto di gioielli commesso in
casa di amiche. E' ridotta in povertà per scrivere il suo romanzo
“L'arte della gioia” , sulla sua casa romana pende lo sfratto e le viene tagliata la
luce. Un
furto per disperazione, lo definirà lo scrittore Angelo Pellegrino.
"Goliarda era sempre senza soldi e aveva un rapporto col mondo da zingara girovaga e festosa", ricorda Dacia Maraini. "Continuava a dividersi fra la disperazione e l’entusiasmo. I suoi libri portano l’impronta di una straziata e tenera sicilianità: il suo linguaggio ricco, fastoso, tende ad un lirismo barocco tutto sensualità e dolore".
"Goliarda era sempre senza soldi e aveva un rapporto col mondo da zingara girovaga e festosa", ricorda Dacia Maraini. "Continuava a dividersi fra la disperazione e l’entusiasmo. I suoi libri portano l’impronta di una straziata e tenera sicilianità: il suo linguaggio ricco, fastoso, tende ad un lirismo barocco tutto sensualità e dolore".
Dall’esperienza
del carcere nel 1983 escono L’Università
di Rebibbia e, nel
1987, Le certezze del
dubbio.
Attrice teatrale e di cinema prima, negli anni '50; scrittrice a tempo pieno, poi, dal 1969, anno in cui decide di dare un taglio netto alla vita precedente. Goliarda Sapienza si ritira conducendo una vita segregata e dedicando tutto il suo tempo e le energie alla stesura del romanzo “L'arte della gioia” .
Lo terminerà nel 1976 nella sua casa a Gaeta, dedicherà i due anni successivi alla revisione e gli altri 18 alla ricerca di un editore. Il libro uscirà postumo grazie a Stampa Alternativa, ma scalerà le classifiche italiane solo quando Einaudi (dopo aver visto il successo ottenuto dal volume in Francia tramite il passaparola) lo ripubblicherà nel 2008.
Lo terminerà nel 1976 nella sua casa a Gaeta, dedicherà i due anni successivi alla revisione e gli altri 18 alla ricerca di un editore. Il libro uscirà postumo grazie a Stampa Alternativa, ma scalerà le classifiche italiane solo quando Einaudi (dopo aver visto il successo ottenuto dal volume in Francia tramite il passaparola) lo ripubblicherà nel 2008.
Diventerà,
allora, un fenomeno editoriale e verrà paragonato dalla critica a «Il
Gattopardo» di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Il
romanzo, considerato scandaloso, può forse essere definito una
autobiografia immaginaria, una storia di formazione di carattere
sentimentale, erotico e avventuroso.
La
morte della madre, nel 1953, a cui dedica la sua prima poesia – A
mia madre, l’inizio di un percorso in discesa, e il mondo di
Goliarda comincia a vacillare.
Conosce,
nel 1962, un blocco artistico dovuto a una depressione diagnosticata
dopo un tentativo di suicidio. Il ricovero, gli elettroshock, la psicoanalisi, un nuovo tentativo di suicidio nel 1964,
Goliarda decide di tirarsi fuori da sola, smette la psicoanalisi e
attraverso la scrittura inizia il proprio intimo percorso di ritorno
alla vita.
Da
questo suo percorso usciranno: “Lettera aperta” nel 1967, testo
autobiografico e nel 1969 “Il filo di mezzogiorno”, storia della
sua psicanalisi.
C'è
da precisare che già dalla fine degli anni '50, Goliarda aveva deciso
di dedicarsi alla scrittura, allo studio dei grandi classici della
letteratura mondiale, limitando il suo impegno nel teatro e nel
cinema, e lavorando parallelamente alle sue poesie. Saranno raccolte
in una silloge a cui darà il titolo: Ancestrale.
“Risalire devi il fiume
del tuo sangue
fino alla fonte
là dove la morte
ha deposto le sue uova
là dove l’acqua
è trasparente
afferrati alle rocce
spargi il tuo seme”.
del tuo sangue
fino alla fonte
là dove la morte
ha deposto le sue uova
là dove l’acqua
è trasparente
afferrati alle rocce
spargi il tuo seme”.
Le poesie vengono lette, apprezzate, ma anche dimenticate da alcuni influenti poeti e critici dell’epoca, Goliarda stessa le mette da parte, insieme a tutti gli scritti che sta portando avanti.
Ancestrale viene pubblicato nel 2013, a 58 anni circa dalla sua composizione a 41 anni dalla sua morte. Per la maggior parte si tratta di poesie di poche parole e queste poche parole appaiono come schiuma dell’onda di vita, di passione, d’emozione e di pensiero che l’ha travolta prima di rifluire.
Ancestrale viene pubblicato nel 2013, a 58 anni circa dalla sua composizione a 41 anni dalla sua morte. Per la maggior parte si tratta di poesie di poche parole e queste poche parole appaiono come schiuma dell’onda di vita, di passione, d’emozione e di pensiero che l’ha travolta prima di rifluire.
Goliarda Sapienza, Ancestrale (prefazione e cura di Angelo Pellegrino; postfazione di Anna Toscano), La Vita Felice, 2013.
Alcune sue poesie tratte da Ancestrale:
Mi muore il giorno
e il gesto s’è perduto
tra il fumo e il lampadario
Un segno nero
già traccia intorno a me
cupo abbandono
e il gesto s’è perduto
tra il fumo e il lampadario
Un segno nero
già traccia intorno a me
cupo abbandono
******
sguardo
sostare e con la
mano disegnare
la tua voce
che cala verso
me a raccontare.
Vorrei al ritmo
del verso
abbandonarmi ma
il tempo stringe
e devo correre
ancora.
******
Vedi non ho parole eppure resto
a te accanto. Non ho voce eppure
muovo le labbra. Non ho fiato eppure
vivo e ti guardo. E forse è questo
che volevo da te, muta restare
al tuo fianco ascoltando la tua voce
il tuo passo scandire le mie ore.
a te accanto. Non ho voce eppure
muovo le labbra. Non ho fiato eppure
vivo e ti guardo. E forse è questo
che volevo da te, muta restare
al tuo fianco ascoltando la tua voce
il tuo passo scandire le mie ore.
******
Un volo e in un attimo la stanza
fu colma d’un sentore acre d’estate.
La tua voce si spense con la luce
che moriva nel nero del fogliame.
Un fiato caldo alitava ci cingeva
e restammo supine ad aspettare.
fu colma d’un sentore acre d’estate.
La tua voce si spense con la luce
che moriva nel nero del fogliame.
Un fiato caldo alitava ci cingeva
e restammo supine ad aspettare.
Goliarda Sapienza (10 maggio 1924 – 30 agosto 1996 ) nacque a Catania da famiglia socialista rivoluzionaria. A partire dai sedici anni visse a Roma, dove studiò all'Accademia di Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta recitò come attrice di teatro e di cinema lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti (in Senso), Alessandro Blasetti e Citto Maselli. Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il filo di mezzogiorno (1969), L'Università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987)
e, postumi: L'arte della gioia (Stampa Alternativa 1998 e Einaudi 2008 e 2009), Il destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa (2011), La mia parte di gioia (2013), la raccolta poetica Ancestrale (2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces (2014) e il romanzo Appuntamento a Positano (2015).
e, postumi: L'arte della gioia (Stampa Alternativa 1998 e Einaudi 2008 e 2009), Il destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa (2011), La mia parte di gioia (2013), la raccolta poetica Ancestrale (2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces (2014) e il romanzo Appuntamento a Positano (2015).
Ci sono stelle che non finiranno mai di brillare
RispondiEliminaM.
Meravigliose poesie (brevi e di gran rilievo come piacciono a me), redatte da una talentuosa personalità artistica, che si è dedicata anche alla scrittura di libri
RispondiEliminaSempre speciali i tuoi post, Stefania, felice giorno e un abbraccio,silvia
davvero prezioso questo post.per non dimenticare le perle.
RispondiEliminaUn bellissimo ricordo di questa bravissima e sfortunata donna, una grande della letteratura moderna. Stupende sono le sue poesie che entrano nell'anima e anche alcuni dei suoi libri che ho letto e trovo veramente notevoli: un'ode la tua fatta a Goliarda Sapienza, donna geniale ma dalla vita sfortunata. Grazie Stefania, un caro saluto, Grazia
RispondiEliminaMolto interessante, come sempre. Non conoscevo la vicenda umana e artistica di questa donna.
RispondiEliminaGrazie di cuore, cara Stefania!!!
" un furto di gioielli in casa di amiche ", alla faccia delle amiche; curioso nome il suo per uno strano destino.
RispondiEliminaUn abbraccio Stefy e buon fine settimana !
Un bellissimo post che mi ha fatto conoscere un personaggio che finora mi era stato sconosciuto.
RispondiEliminaHo molto apprezzato i suoi versi, veramente bellissimi. Grazie.
un caso letterario da approfondire, grazie per questa utile introduzione
RispondiEliminaUn caro saluto
Ciao Stefania,
RispondiEliminadevo ammetterti che mi vergogno di non conoscerla...non so come mi sia sfuggita però, per fortuna, ho letto questo post. Ho trovato questa donna interessante e particolare. Certo, non ha avuto vita facile il carcere per un furto che poteva concludersi diversamente visto che erano amiche , la povertà e al contempo la voglia di continuare e perseverare nell'inseguire la propria passione. Il libro voglio leggerlo, sono curiosa le poesie sono diverse dal solito, particolari.
un abbraccio e buon fine settimana
Un grazie a voi tutti per la partecipazione e gli apprezzamenti. Vi ritrovo sempre molto volentieri. Buona giornata a voi.
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