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giovedì 4 giugno 2015

"Poesia di ricerca"


Quattro giovani poeti spagnoli accomunati dall'impulso di affermare la poesia come strumento di conoscenza e ricerca di una propria identità. L'atteggiamento innovativo scava nella consapevolezza che i limiti del linguaggio coincidono con quelli del pensiero, e se ne cerca una possibile apertura.

La Puerta del Sol -Madrid
Julio César Galan (Caceres, 1978) - Afferma:“Ogni cosa è un viaggio” che il poeta deve saper riconoscere e stabilire. Si coglie nella sua poetica una ferma volontà di rendere più bello e sopportabile il mondo.

Mentre si amavano

                                                Vivi, speranza, chissà
                                                quello che inghiotte la terra!
                                               
Antonio Machado
c'erano dei pozzi nel cielo
             triangoli di gru assetate
nuvole violacee
             d'odore di cantina di salnitro?

C'era la calma e la nascita
              di pini circolari
              quando si apriva maggio
              quando aprivi i tuoi occhi

la sua carne però stava marcendo


             senti le foglie
di quando furono pioppi
             il suo cuore impara
dai cambiamenti il seme
             sui rami scopre
un grande rigogolo
            quello che avevano sognato
mentre si amavano


ci fu però una donna
             che brillava tra i limoni
la sua carne prodigava
                                    il succo del sì
se per cominciare tutto di nuovo
la memoria avesse
                             meno perdite
più dimenticanze meno ripassi

              ci fu però una donna
              che crebbe col tuo corpo.

(Da Tres veces luz, 2007)

Ramon Casas

Gerarchia di gabbiani
Primo passo: gli uccelli saranno oggetto di sperimenta-
      zione.

Secondo passo: dalla lingua stilla un cielo di sole
è una sensazione di gabbiano,
di primo giorno,
                            di nominare per la prima volta
come se fossimo una genesi,
                            come se avessimo spaccato
una stella in un bicchiere.

Terzo passo: è la mia cosmogonia   essenziale e stordita,
                            questo-fatto-primario-di-dire
per la necessità di creare
                           dalla pancia azzurra dell'universo,
nel dolce garage del mare,
                           dalla residenza senza pareti.

Quarto passo: dobbiamo essere coerenti con queste na-
     scite.
La nuvola in piume: pioggia d'estate …
                            la donna che mi portò
agua de calabaza e mi dette alla luce,
                           questo tuorlo ovale così aperto,
e nasciamo convessi tutti i giorni.

Quinto passo: impariamo ad essere così presenti,
complice abitabile, da questa
               sensazione di gabbiano,
come uno stormo verso il nostro    cerchio cardinale,
dall'altezza di questa     passeggiata marittima
               e sferica.
(Da Inclinacion al envès, inedito)

Joan Fuster Bonnin

Julieta Valero (Madrid, 1971) concepisce la poesia come “uno dei più efficaci strumenti” per arrivare, se non proprio a una conoscenza rivelata, almeno a un “minor grado di ignoranza”.

Poetica (suppongo)

Tutto dorme in me
Tutto abita in ognuno di noi
Siamo un aleph moribondo di ignoranza
Tutte le poesie dormono nel mio petto
Così come le grandi imprese e le dorate miserie
Di ogni minuto
Non è compito mio svegliare queste cose
Nessuno ha pensato a noi
Quando le ha depositate come foglie
Nei saloni della nostra anima

Possiamo bramare tutta la vita
In lotta contro un impossibile fiume
Possiamo rispettare il sogno dell'universo
Che si culla nelle nostre carni
Nulla è migliore o peggiore
Tutto dorme in ognuno di noi

Che nessuno mi imponga la veglia.
Da (Altar de los dìas parados, 2003)

Joaquìn Sorolla
Ana Gorrìa (Barcellona, 1979) Più intimistica la sua poetica. La poesia che propongo è tratta dal libro, Araña (2005). Il ragno è per, Ana, come il poeta, essendo l'unico animale che crea a partire da se stesso, raggiungendo – o perseguendo – il difficile equilibrio tra riflessività e transitività.

Cella

Raccoglimento,
                          voce
che illumina le pareti:
primavera tenuta in segreto.


Ragnatela

                                 The light that burns twice as bright burns half as long
                                 BLADE RUNNER

Imbrunire estraneo e distaccato
quello che arriva lento.

Il tempo, un vento bianco
che trattiene le forme
ogni qualvolta dedica le mani
alla notte.

Ed è tutto più buio.

L'opacità,
morire nel silenzio,
battere piano le palpebre,
non veder nulla.

Sapere dello strappo. Indugiare
in alfabeti rotti.

Immergersi in altri corsi.

Però nasce la rosa dalle braci
e sospende il tramonto.

Crescere, un passo in più verso la morte.

Jean Sala
 Goretti Ramìrez, (Santa Cruz de Tenerife, 1971) “ogni poesia è un'impronta nell'itinerario verso la conoscenza”.

Disgelo

                                  uns ulls vivent / al cap dels dits                                
                                  Maria-Mercè Marcal

Non è un fiore ma il disgelo
la rosa che mi porgi di petali aperti
- così aperta la tua rosa, così dentro
il tuo sangue, le mie gelate dita.

Conduttura

Solitudine di un coagulo
che percorre le vene dove ferve il sangue,
l'oro.
Cavità, costole
di chi?