il clamore di parole inutili
forgiate su incudini di ferro
che affossano armonie
sui disegni dell'universo.
Voglio assaporare quel dorato raggio
che apre il mattino,
che veglia il miracolo
di una rosa che sboccia,
il flebile zirlare del tordo alla vita.
Mare sonoro nella conchiglia racchiuso
una nenia frusciando mi culla
e pare arrivare l'onda delicata,
vaporosa, pietosa
che m'avviluppa nell'anelito mio
desiderio d'abbandono.
Nel silenzio dormire, sognare,
acquietare il disagio,
abbandonarsi
all'energia che m'inonda.
Morire e rinascere con l'onda.
Anno 2012
Stefania Pellegrini ©
forgiate su incudini di ferro
che affossano armonie
sui disegni dell'universo.
Voglio assaporare quel dorato raggio
che apre il mattino,
che veglia il miracolo
di una rosa che sboccia,
il flebile zirlare del tordo alla vita.
Mare sonoro nella conchiglia racchiuso
una nenia frusciando mi culla
e pare arrivare l'onda delicata,
vaporosa, pietosa
che m'avviluppa nell'anelito mio
desiderio d'abbandono.
Nel silenzio dormire, sognare,
acquietare il disagio,
abbandonarsi
all'energia che m'inonda.
Morire e rinascere con l'onda.
Anno 2012
Stefania Pellegrini ©