Il silenzio
penetra nella roccia
un canto di cicale
- Matsuo Bashō -
penetra nella roccia
un canto di cicale
- Matsuo Bashō -
Lo haiku ha origini molto incerte: sembra derivare dal genere di poesia classica giapponese chiamato waka (letteralmente, "poesia giapponese"), poi ribattezzata tanka ("poesia breve"). Nato intorno al XVII secolo. Generalmente è composto da tre versi per complessive diciassette more (e non sillabe, come comunemente detto, secondo lo schema 5/7/5).
Parlando di haiku non si può non ricordare Matsuo Bashō, uno dei massimi esponenti di questa forma poetica, il cui nome originale fu Matsuo Munefusa. Bashō nacque nel 1644 a Ueno, nell'odierna prefettura di Mie (tra Osaka e Nagoya), luogo di origine della setta di guerrieri nija e morì a Osaka nel 1694. Nato nella classe militare ed in seguito ordinato monaco in un monastero zen, divenne poeta famoso con una propria scuola ed allievi che, col passare del tempo, divennero sempre più numerosi.
Cambiò spesso nome, almeno una ventina, prima di adottare quello con cui lo conosciamo.
Nel 1680 si ritirò in una capanna, da cui si scorgeva il monte Fuji. Un banano, piantato la primavera successiva e cresciuto in fretta, curvo sulla casetta, diede il nome all'eremo (Bashō-an, "eremo del banano") e al maestro, che all'epoca si chiamava Tōsei, cioè Pesca Verde.
Viaggiatore instancabile, descrisse spesso
nella sua opera l'esperienza del viaggio. La sua estetica fece coincidere i
dettami dello zen con una sensibilità nuova che caratterizza la società in evoluzione:
dalla ricerca del vuoto, la semplicità scarna, la rappresentazione della
natura, fino ad essenziali, ma vividi ritratti della vita quotidiana e
popolare. Incontri, avvenimenti anche minimi, tutto, trovò posto e venne eternato in versi semplici, in realtà versi complessi. Perché l'haikai per Bashō, non fu semplice genere poetico, ma espressione del cuore.
Sera:
tra i fiori si spengono
rintocchi di campane.
silenzio:
graffia la pietra
la voce delle cicale.
cade una foglia di paulonia -
perché non vieni
nella mia solitudine?
passero amico,
risparmialo, il tafano
che gioca tra i fiori.
Un guscio
di cicala, svuotatasi
nel canto.
di cicala, svuotatasi
nel canto.
Ricerche dal web e dal mensile "Poesia" - Crocetti Editore.
Interessante, anche perché molti blogger propongono giochi di Haiku a cui anch'io partecipo volentieri. In italiano si utilizzano 17 sillabe: 5/7/5 che sono ben di verse dai 17 "on" giapponesi, ma va bene lo stesso. Buona Pasqua.
RispondiEliminasinforosa
Cara Stefania, tutto molto bello in questo tuo post, complimenti!!!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio, e buona Pasqua con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Bellissimi haiku, intinti in un articolo dai tratti interessanti e dalle foto straordinarie.
RispondiEliminaSempre speciali le tue pagine, carissima Stefania, un abbraccio,silvia
Io sono abbonata a questa rivista. La trovo superba. Ciao
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