da una mia creazione, copertina della raccolta di poesia "Frammenti di specchio"
VIAGGIO NEL CUORE DI UN POETA
Oggi parliamo di:
Joumana Haddad
nata a Beirut il 6 Dicembre 1970
Per leggere la precedente pubblicazione su Joumana Haddad cliccare: qui
nata a Beirut il 6 Dicembre 1970
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“Non ho mai usato un’arma che non fosse la mia penna“... “le penne sono solitamente più intelligenti delle bombe: se investissimo nella difesa dell’arte, della poesia e della libertà che è loro indispensabile, tanto quanto investiamo in ordigni forse otterremmo risultati migliori.”
Lettrice vorace e poetessa precoce,
Joumana, inizia a scrivere molto presto, già all'età di undici
anni, dapprima in francese e poi, dopo molti anni, in arabo. Le sue
poesie vengono pubblicate a partire dal 1995. Spirito libero,
conosciuta in tutto il mondo, con la sua scrittura ha fatto della
libertà il suo unico credo, scegliendo di affermare con
determinazione la sua identità di donna libera e indipendente.
Andando contro le restrizioni e la mentalità maschilista del mondo
arabo (e non solo), con tutta la dignità e la franchezza d’intenti
che ogni vera libertà impone.
"Ho sempre creduto che essere messa al bando in una società ipocrita e
dalla doppia faccia fosse la cosa migliore che mi potesse capitare. E
devo ammettere che ne ho combinate di cose per farlo succedere: ho
combattuto per vivere fedele a me stessa e alle mie idee, e non come gli
altri avrebbero voluto che fossi."
Scrittrice e traduttrice
raffinatissima, la Haddad parla correntemente sette lingue, tra cui
l'italiano che confessa di aver imparato a quattordici anni, dopo lo
shock che le ha procurato la lettura di “Verrà la morte e avrà i
tuoi occhi” di Pavese.
“L’amore per quei versi ha
trascinato il mio desiderio di conoscere la lingua che così
misteriosamente mi risuonava e mi catturava”.
E' responsabile delle pagine culturali
del quotidiano libanese An Nahar, ed insegna all'Università
Libano-Americana di Beirut. Attivista per i diritti della donna, è
anche la capo redattrice di Jasad, una rivista in lingua araba
specializzata nelle arti e la letteratura del corpo, cioè in ciò che
ogni integralismo ritiene innominabile e sporco.
Joumana è coraggio, è passione,
determinazione. Crede nella responsabilità della propria
individualità, nel
seguire la propria strada, anche se questa strada non convince gli
altri, o li disturba, nel fuggire l’omogeneità, anche se
il prezzo da pagare può essere la solitudine.
"Maschio e femmina mia madre mi ha messa all’ombra della luna
Ma Adamo fui sacrificato alla mia nascita
Immolato ai mercenari della notte
E per consolarmi
Mi lavò con acqua torbida
E mi portò sul pendio di ogni montagna"
( Quando sono diventata un frutto)
"Maschio e femmina mia madre mi ha messa all’ombra della luna
Ma Adamo fui sacrificato alla mia nascita
Immolato ai mercenari della notte
E per consolarmi
Mi lavò con acqua torbida
E mi portò sul pendio di ogni montagna"
( Quando sono diventata un frutto)
Non
fa sconti alla poesia
araba, rinnovandola, muovendosi tra le parole come un’acrobata sul filo.
Per lei, lo scrivere non è un atto solitario da consumare appartati,
ma si alimenta, si nutre di tutti.
Scrivere poesie, dice Joumana Haddad, è come “scrivere con le unghie dentro, scavare dentro, nonostante il dolore, le ferite, la paura, i dubbi, il buio. Scavare nella carne della carne dell’anima. Nella carne della carne del corpo. Nella carne della carne dell’immaginario”.
Albero Azzurro
Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l'acque impara a soffrire.
Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare più ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.
Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca l'albero del tuo amore.
Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all'arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.
Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l'acque impara a soffrire.
Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare più ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.
Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca l'albero del tuo amore.
Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all'arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.
Dichiarazioni di Joumana Haddad tratte
da: “IlFattoQuotidiano" del
28/05/15 e “Il Messaggero" del 16/12/2016.
Veramente interessante e fa davvero riflettere. Grazie per averlo offerto a noi. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
In giro ho letto delle sue poesie, molto brava.
RispondiEliminaSereno giorno.
Un articolo intenso e raffinato, sul quale porre profondi pensieri
RispondiEliminaSempre speciali, le tue variegate pagine, cara Stefania, un abbraccio,silvia
Un articolo interessante, da quel che ho letto una scrittrice-poetessa ma anche una donna che ha lottato per essere quella che è oggi.
RispondiEliminaUn caro saluto
Rachele
Forte e coraggiosa questa scrittrice che ha lottato per affermare la propria identità di donna libera e che intende la poesia come uno "scavare dentro". Non lontana, in fondo, in questa sua autenticità, dalla grandezza di tanti nostri poeti, ma nuova per il contesto in cui si muove e per alcuni aspetti del suo linguaggio.
RispondiEliminaSplendida la poesia che hai riportato e bellissimo, come sempre, il post.
Grazie di cuore, Stefania, e un augurio di buona domenica!!
Ti rinnovo i miei complimenti!
RispondiEliminaBellissime le parole di Joumana sulla poesia
Adriana
Una donna intelligente e caparbia,fiera della sua libertà di essere se stessa
RispondiEliminaBelle le poesie.
Ciao fulvio