Il cambiamento climatico è realtà, ne stiamo, purtroppo prendendo atto: con fenomeni di frequenza e intensità mai visti, sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di biodiversità che sostengono la nostra vita.
Molte sostanze derivate dalle attività umane hanno contaminato le falde acquifere che costituiscono un'importante riserva d'acqua, non soltanto per il suolo e l'ambiente, ma per la stessa popolazione umana.
In alcune aree le falde si stanno esaurendo a causa della crescita inarrestabile degli insediamenti umani, e di un prelievo eccessivo a scopo irriguo.
Per l'aumento delle temperature i ghiacciai del Polo Nord e Sud, e non solo... ( mi riferisco all'ultime notizie sul ghiacciaio in Valle d'Aosta), si stanno sciogliendo sempre più, provocando l'innalzamento del livello degli oceani e grossi rischi per l'uomo.
Il sovrapascolo, l'eccessivo disboscamento, lo sfruttamento agricolo hanno causato l'erosione del suolo, la desertificazione che interessa le savane.
Poi ci sono i fertilizzanti e i pesticidi... le discariche... le industrie e non dimentichiamo la combustione di carburanti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) dovuti ai trasporti, al settore civile e industriale.
Insomma, per migliorare le proprie condizioni di vita, l'uomo non si cura di distruggere un bene prezioso, anche per se stesso, come l'ambiente.
Molte sostanze derivate dalle attività umane hanno contaminato le falde acquifere che costituiscono un'importante riserva d'acqua, non soltanto per il suolo e l'ambiente, ma per la stessa popolazione umana.
In alcune aree le falde si stanno esaurendo a causa della crescita inarrestabile degli insediamenti umani, e di un prelievo eccessivo a scopo irriguo.
Per l'aumento delle temperature i ghiacciai del Polo Nord e Sud, e non solo... ( mi riferisco all'ultime notizie sul ghiacciaio in Valle d'Aosta), si stanno sciogliendo sempre più, provocando l'innalzamento del livello degli oceani e grossi rischi per l'uomo.
Il sovrapascolo, l'eccessivo disboscamento, lo sfruttamento agricolo hanno causato l'erosione del suolo, la desertificazione che interessa le savane.
Poi ci sono i fertilizzanti e i pesticidi... le discariche... le industrie e non dimentichiamo la combustione di carburanti fossili (carbone, petrolio e gas naturale) dovuti ai trasporti, al settore civile e industriale.
Insomma, per migliorare le proprie condizioni di vita, l'uomo non si cura di distruggere un bene prezioso, anche per se stesso, come l'ambiente.
Non vi parlerò di Greta Thunberg, la ragazzina svedese diventata un'icona mondiale per il suo impegno contro i cambiamenti climatici ma di altre giovani, che stanno, come lei, cercando di portare avanti la lotta per la difesa del nostro pianeta.
Vi parlerò di Leah Namugerwa, diventata la paladina dell'Uganda; 15 anni e il coraggio di chi ama così tanto il proprio paese da non poterne accettare la lenta e inesorabile distruzione,
La giovane ha lanciato, a inizio 2019, una campagna contro i combustibili fossili, i sacchetti di plastica, la deforestazione, il degrado delle zone umide e qualsiasi altra forma di ingiustizia o abuso nei confronti dell’ambiente.
Grazie alla creazione dell’hashtag #BanPlasticUg, la sua protesta ha conquistato la Rete ed è diventata virale, convincendo i suoi coetanei dell’importanza di un mondo pulito e sostenibile e trasformando i suoi picchetti in solitaria in coloratissimi e frequentatissimi cortei per le strade della capitale Kampala, nonostante le violente proteste delle autorità locali.
In un'intervista ha spiegato che il suo interesse per la causa ambientalista è iniziato dalle tragiche immagini della siccità che, nel 2017, ha messo in ginocchio il suo Paese, condannandola a una lunga e dolorosa carestia e a variazioni meteorologiche imprevedibili.
A seguito di questo ha intrapreso una battaglia contro l’omertà delle autorità e le resistenze dei suoi concittadini, convinti che l’attenzione all’equilibrio dell’ecosistema non fosse da considerarsi priorità di un governo già alle prese con problematiche di difficile soluzione.
Con una petizione online rivolta direttamente al presidente ugandese Yoweri Museveni, ha preteso l'applicazione di un divieto relativo alla totale eliminazione dei sacchetti di plastica, approvato in precedenza dal Parlamento ugandese,ma mai messo in pratica.
La giovane ha lanciato, a inizio 2019, una campagna contro i combustibili fossili, i sacchetti di plastica, la deforestazione, il degrado delle zone umide e qualsiasi altra forma di ingiustizia o abuso nei confronti dell’ambiente.
Grazie alla creazione dell’hashtag #BanPlasticUg, la sua protesta ha conquistato la Rete ed è diventata virale, convincendo i suoi coetanei dell’importanza di un mondo pulito e sostenibile e trasformando i suoi picchetti in solitaria in coloratissimi e frequentatissimi cortei per le strade della capitale Kampala, nonostante le violente proteste delle autorità locali.
In un'intervista ha spiegato che il suo interesse per la causa ambientalista è iniziato dalle tragiche immagini della siccità che, nel 2017, ha messo in ginocchio il suo Paese, condannandola a una lunga e dolorosa carestia e a variazioni meteorologiche imprevedibili.
A seguito di questo ha intrapreso una battaglia contro l’omertà delle autorità e le resistenze dei suoi concittadini, convinti che l’attenzione all’equilibrio dell’ecosistema non fosse da considerarsi priorità di un governo già alle prese con problematiche di difficile soluzione.
Con una petizione online rivolta direttamente al presidente ugandese Yoweri Museveni, ha preteso l'applicazione di un divieto relativo alla totale eliminazione dei sacchetti di plastica, approvato in precedenza dal Parlamento ugandese,ma mai messo in pratica.
Un'altra adolescente Autumn Peltier, aborigena dell'Ontario Nord-orientale all'età di 14 anni è stata nominata commissario capo per l'acqua dalla nazione Anichinabe.
Originaria delle terre di Wiikwemkoong sull'isola di Manitoulin, Autumn Peltier aveva solo otto anni quando visitò per la prima volta una comunità che doveva bollire l'acqua prima di usarla.
Fu allora che si rese conto dell'importanza dell'acqua potabile.
Da allora, ha incontrato il Primo Ministro e l'Assemblea delle Prime Nazioni per discutere l'argomento.
La sua prozia, Josephine Mandamin, che si è occupata del problema prima di lei è stata la sua più grande guida.
“Da quando ero una bambina, racconta, mi ha insegnato tutto ciò che avevo bisogno di sapere sull'importanza dell'acqua, mi ha aiutato a crescere, ed è stata una delle persone più importanti per me.”
La signora Mandamin, morta all'età di 77 anni, ha dedicato la sua vita alla protezione dei Grandi Laghi.
Fu allora che si rese conto dell'importanza dell'acqua potabile.
Da allora, ha incontrato il Primo Ministro e l'Assemblea delle Prime Nazioni per discutere l'argomento.
La sua prozia, Josephine Mandamin, che si è occupata del problema prima di lei è stata la sua più grande guida.
“Da quando ero una bambina, racconta, mi ha insegnato tutto ciò che avevo bisogno di sapere sull'importanza dell'acqua, mi ha aiutato a crescere, ed è stata una delle persone più importanti per me.”
La signora Mandamin, morta all'età di 77 anni, ha dedicato la sua vita alla protezione dei Grandi Laghi.
"Ha fondato la Mother Earth Walk e ha
anche contribuito a istituire il Consiglio dei Guardiani dei Grandi
Laghi. Prima della sua morte, mi ha chiesto di continuare a lavorare
per proteggere l'acqua", dice l'adolescente.
Continuerò il suo lavoro fino a quando
non dovremo più farlo”.
"Spero di vedere più persone alzarsi e agire”.
"Spero di vedere più persone alzarsi e agire”.
I governi e le
aziende stanno rispondendo con colpevole lentezza, come se questo
cambiamento del clima non rischiasse di mandare a pezzi le fondamenta
della civilizzazione umana e dell’economia. Se vogliamo assicurare un futuro al pianeta e alle persone, dobbiamo impegnarci a cambiare i nostri stili di vita.
Il coraggio, l'intraprendenza di queste giovani deve servire da sprone per tutti noi. E' nostro dovere rivolgere un minimo di rispetto e attenzione all'ambiente, nella nostra vita di ogni giorno.
Il coraggio, l'intraprendenza di queste giovani deve servire da sprone per tutti noi. E' nostro dovere rivolgere un minimo di rispetto e attenzione all'ambiente, nella nostra vita di ogni giorno.
ps: per maggiori informazioni vi rimando a questo link:https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/giovani-attivisti-ambientali/
Si continua a dare colpa ai governi, ma questi li abbiamo eletti noi! Siamo tutti colpevoli di quello che sta accadendo, ma viviamo in un mondo di egoisti e menefreghisti.
RispondiEliminaBuon inizio settimana.
Hai proprio ragione Giancarlo, l'indifferenza fa comodo a tutti, putroppo.
EliminaGrzie della visita. Buon lunedì.
Articolo davvero interessante, ti ringrazio per averlo divulgato.
RispondiEliminaOra mi domando il perché i media hanno scritto mari di parole per Greta e stille di acqua per le altre due ragazzine che avrebbero diritto quanto Greta di essere “pubblicizzate”, forse perché provengono da paesi “terzi-quarti-...”.
Anche per le lotte giuste e legittime esistono discriminazioni.
Grazie ancora e buona settimana.
sinforosa
P.s. Citerò questo tuo bellissimo post in un mio post
Mi sono fatta anch'io questa domanda, io ne sono venuta a conoscenza facendo questo post. Ricercando in rete, qualcosa ho trovato, ma non tutte l'informazioni che ci sono su Greta. L'articolo su Autumn Peltier per esempio l'ho trovato solo in lingua francese e l'ho dovuto tradurre.
EliminaGrazie Sinforosa per la tua attenzione, Buon lunedì a te.
Rispettare l'ambiente è rispettare se stessi e gli altri.
RispondiEliminaBel post, brava Stefania.
Già hai proprio ragione. Se non si rispetta l'ambiente, non si rispetta neanche noi stessi e gli altri.
EliminaGrazie Pia, un caro saluto a te, un abbraccio.
Cara Stefania, purtroppo è una realtà, sembra che sia un male incurabile, nessuno la prende sul serio!!!
RispondiEliminaCiao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Caro Tommaso purtroppo è così, ma prima che sia troppo tardi possiamo e dobbiamo fare qualcosa.
EliminaBuona settimana e un abbraccio a te.
Io credo che il cambiamento debba partire dai giovani ed è un bene che siano proprio delle ragazze a far sentire la loro voce e a far capire agli altri giovani quanto sia importante cambiare. Hanno la possibilità, proprio per la loro giovane età, di farsi ascoltare e seguire dai loro coetanei. Molto interessante questo post, perchè non conoscevo le giovani di cui parli. Saluti.
RispondiEliminaUn articolo di grande attualità e che riguarda tutti noi, e la salute del nostro pianeta.
RispondiEliminaSempre bello leggerti, un abbraccio, Stefania,silvia
Ciao Stefania,come scrive Giancarlo,la colpa è nostra e'di tutti perché noi crediamo che le nostre cose,casa,automobile,abiti ecc.siano degne di cure mentre i beni comuni,il clima ,i fiumi,laghi,mari,ecc.pensiamo che non siano ,anche ,
RispondiEliminanostri e li trascuriamo vergognosamente.
Presto il pianeta ci presenterà il conto,ma sarà troppo tardi.
Ciao.fulvio
Chissà cosa diranno i posteri di queste generazioni che tra il 1970 in poi hanno riempito il mondo di plastica?!
RispondiEliminaStefy, ho fatto il post su questo tuo bel post. Ciao ciao.
RispondiEliminasinforosa
Dobbiamo riflettere a lungo sul fatto che noi adulti stiamo distruggendo la nostra terra e questi ragazzini stanno tentando di riparare al male fatto da noi.
RispondiEliminaOttimo articolo Stefy!