“Io esisto solo quando scrivo... se
non scrivo non sono niente, sono del tutto estranea a me stessa, o
estraniata da me stessa...”
Ingeborg Bachmann
(1926-1973)
Ingeborg Bachmann, giornalista,
scrittrice austriaca, poetessa di apparente fragilità e tormento
aggiungo io, celava un forte temperamento, così ricorda Heinrich Böll in uno scritto. La sua intensità emotiva, più evidente nell'aspetto e nel
comportamento, che non nella sua poetica, la rese celebre nelle apparizioni pubbliche. Proprio in relazione a quanto detto sopra, Luigi
Reitani, il suo traduttore, ricorda un episodio avvenuto nel 1952 a
un congresso del “Gruppo 47*” a Niendorf (un paesino del Baltico). (*Il "Gruppo 47" era un gruppo culturale sorto a Monaco di Baviera (1947-1967)).
Ingeborg, davanti ad una platea
costituita dal fior fiore della letteratura tedesca, lesse le sue
poesie, ma sembrò che “più che leggere, le piangesse ” e dalla
testimonianza di un testimone oculare, sappiamo che alla fine della
lettura perse conoscienza.
" Quando tu risorgi
quando io risorgo,
non vi è pietra davanti alla porta,
non vi è barca sul mare"
(da Canti di un'isola)
Vincent Van Gogh |
Una donna fragile ma, al tempo stesso,
capace di vivere intensamente e conoscere passioni brucianti.
In uno dei periodi più intensi della sua
vita affettiva la troviamo legata al poeta Paul Celan che, scampato alla
persecuzione nazista, si innamora di lei; la poetessa ha appena 21
anni.
Tra i due nasce una fitta
corrispondenza e una complicata storia d'amore, che
subisce, a più riprese, battute di arresto, fino a quando Celan si
toglie la vita, buttandosi nella Senna.
Avrà successivamente un rapporto
ventennale con il compositore omosessuale Hans Werner Henze
e ancora più tormentata sarà la
vicenda amorosa che la legherà allo scrittore svizzero Maz Frisch.
“Avrebbe voluto una vita normale, ma
si innamorava sempre delle persone sbagliate” dirà di lei Hans
Henze.
"Spiegami, amore, quel che non so
spiegare:
in questo tempo breve, orribile, dovrò
avere il pensiero solo per il compagno?
Nessun affetto conoscere o creare?
Che non pensi è necessario? La sua
mancanza non si avverte?"
(da Spiegami, amore) - "Invocazione all'Orsa Maggiore"
Già dalla prima raccolta poetica, uscita nel 1953, il mondo letterario riconosce in lei un voce lirica altissima, confermata nel 1956 con la raccolta "Invocazione all'Orsa Maggiore", ritenuta il suo capolavoro.
Ingeborg si trasferisce da Vienna a Roma, senza abbandonare definitivamente l'Austria. Inizia così a spostarsi tra la sua patria natale e quella adottiva dell'Italia, vivendo una tormentata doppia vita. A Roma fa la traduttrice, si appassiona alla poetica di Giuseppe Ungaretti, lo vuole conoscere e gli propone di tradurlo in tedesco. Riuscirà nel 1961, nonostante i problemi di lingua e di stile così diverso dalla sua scrittura poetica, a pubblicare un'ampia raccolta antologica.
Nel 1965 Ingeborg ha 39 anni, è
ancora giovane, fallito il suo bisogno di amore, la sua vita è tesa all'eccesso: fuma e beve
troppo alcool e caffè. È vittima della fatica di vivere e segnata della
guerra, che porta ancora dentro
di sé.
La scrittrice muore il 17 ottobre 1973
per le ustioni riportate in un incendio appiccato al suo letto, probabilmente da una sigaretta accesa.
Ci lascia le sue opere in prosa, i
racconti (“Tre sentieri per il lago”, “Il trentesimo anno”),
i romanzi (“Màlina”, gli incompiuti “Il caso Franza” e
“Requiem per Fanny Goldmann”, che dovevano far parte di una
trilogia dal titolo “Cause di morte”), le opere di saggistica e
la poesia.
Giorni in bianco
In questi giorni, mi levo con le
betulle
e sulla fronte ravvio le ciocche di frumento
davanti a uno specchio di ghiaccio.
Amalgamato al mio respiro
sfiocca il latte:
così di buon'ora ha facile schiuma.
E dove il vetro appanno con l'alito
appare, dipinto da un dito infantile,
ancora il tuo nome: innocenza!
Dopo tanto tempo.
In questi giorni, non mi duole
di sapere dimenticare
e di essere costretta a ricordare.
Amo. Fino all'incandescenza io amo,
e ne ringrazio biblicamente il cielo.
L'ho imparato in volo.
In questi giorni, io ripenso all'albatro
che mi ha sollevata e trasportata
in un paese che è un foglio bianco.
All'orizzonte immagino,
fulgido nel suo tramonto,
il mio favoloso continente
laggiù, che mi ha congedata
già rivestita del sudario.
Vivo, e da lontano ascolto il suo canto del cigno!
e sulla fronte ravvio le ciocche di frumento
davanti a uno specchio di ghiaccio.
Amalgamato al mio respiro
sfiocca il latte:
così di buon'ora ha facile schiuma.
E dove il vetro appanno con l'alito
appare, dipinto da un dito infantile,
ancora il tuo nome: innocenza!
Dopo tanto tempo.
In questi giorni, non mi duole
di sapere dimenticare
e di essere costretta a ricordare.
Amo. Fino all'incandescenza io amo,
e ne ringrazio biblicamente il cielo.
L'ho imparato in volo.
In questi giorni, io ripenso all'albatro
che mi ha sollevata e trasportata
in un paese che è un foglio bianco.
All'orizzonte immagino,
fulgido nel suo tramonto,
il mio favoloso continente
laggiù, che mi ha congedata
già rivestita del sudario.
Vivo, e da lontano ascolto il suo canto del cigno!
Ancora nella penombra
Ancora
mettiamo entrambi le mani nel fuoco:
tu per il vino del lungo fermento notturno,
io per la mattinale acqua sorgiva, che non conosce i torchi.
il mantice attende il maestro, in cui confidiamo.
Non appena l'ansia lo scalda, il soffiatore giunge.
Va via prima di giorno, arriva prima del tuo richiamo:
è antico, come la penombra sopra le nostre ciglia rade.
Di nuovo egli fonde il piombo nella caldaia di lagrime:
per una coppa a te - occorre solennizzare il tempo perduto -
a me per il coccio pieno di fumo - che sarà versato nel fuoco.
Mi scontro così con te, facendo tintinnare le ombre.
Scoperto è chi esita, adesso,
chi ha scordato la formula magica.
Tu non puoi e non vuoi conoscerla,
bevi sfiorando l'orlo, dove è fresco:
come un tempo, tu bevi e resti sobrio,
le ciglia ti crescono ancora, tu ancora ti lasci guardare!
Io con amore all'attimo protesa sono già, invece:
il coccio mi cade nel fuoco, piombo mi ridiventa
qual'era. E dietro al proiettile sto,
monocola, risoluta, defilata,
e incontro al mattino lo invio.
tu per il vino del lungo fermento notturno,
io per la mattinale acqua sorgiva, che non conosce i torchi.
il mantice attende il maestro, in cui confidiamo.
Non appena l'ansia lo scalda, il soffiatore giunge.
Va via prima di giorno, arriva prima del tuo richiamo:
è antico, come la penombra sopra le nostre ciglia rade.
Di nuovo egli fonde il piombo nella caldaia di lagrime:
per una coppa a te - occorre solennizzare il tempo perduto -
a me per il coccio pieno di fumo - che sarà versato nel fuoco.
Mi scontro così con te, facendo tintinnare le ombre.
Scoperto è chi esita, adesso,
chi ha scordato la formula magica.
Tu non puoi e non vuoi conoscerla,
bevi sfiorando l'orlo, dove è fresco:
come un tempo, tu bevi e resti sobrio,
le ciglia ti crescono ancora, tu ancora ti lasci guardare!
Io con amore all'attimo protesa sono già, invece:
il coccio mi cade nel fuoco, piombo mi ridiventa
qual'era. E dietro al proiettile sto,
monocola, risoluta, defilata,
e incontro al mattino lo invio.
- Ricerche da web e da “Poesia” - Speciale poeti Gennaio 2013 - Donata Berra - Crocetti Editore .-
" Quando tu risorgi
RispondiEliminaquando io risorgo,
non vi è pietra davanti alla porta,
non vi è barca sul mare"
(da Canti di un'isola)
E' bellissima ... Non conoscevo questa poetessa ... Grazie Stefy ... Nel tuo blog , imparo sempre qualcosa ... : )
Un abbraccione e buona giornata : )
Grazie a te Marinetta per la tua presenza. Un abbraccio
EliminaCara Stefania, sempre molto interessanti i tuoi post.
RispondiEliminaCiao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Grazie Tommaso, un caro saluto a te e un abbraccio.
EliminaBoa tarde, maravilhosa publicação informativa sobre Ingeborg Bachmann, no amor nem sempre acontece como se deseja, no entanto quando desfrutado é bom.
RispondiEliminaEstes dias, não dói-me
a aprender a esquecer
e ser forçado a lembrar
O poema é maravilhoso, não conhecia, adorei, assim como a pintura de Van Gogh o é.
AG
Ringrazio per l'apprezzamento. Lieta che sia piaciuto.
EliminaOttima scelta!
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ciao Cavaliere, grazie.
EliminaCiao Stefania,molto interessante il tuo post,per me che amo la poesia e non conoscevo questa artista.
RispondiEliminaUn caro saluto,fulvio
Ciao Fulvio, grazie. Sono contenta che tu abbia trovato l'articolo interessante, la poetessa a mio parere è molto brava.
EliminaNon conoscevo questa poetessa e ho letto con interesse la vicenda della sua vita sfortunata .Le persone sensibili sono sempre le più segnate dalla fatica di vivere . Un saluto
RispondiEliminaHai ragione, la troppa sensibilità spesso pregiudica il modo di vivere. Ciao e grazie.
EliminaUna magnifica dedica a un'autrice del tutto fuori dall'usuale.
RispondiEliminaCome sempre i tuoi articoli sono originali e molto interessanti
Felice sera e un abbraccio, cara Stefania, silvia
Grazie Silvia, sei gentile, ma sono contenta che l'articolo ti sia piaciuto, anch'io ho trovato l'autrice interessante, mi piace molto la sua espressività. Un caro saluto a te e grazie.
EliminaCiao Stefania, non conoscevo questa poetessa e devo dire che è stata una piacevole scoperta. Bellissima e affascinate questa storia d'amore e anche epistolare con un poeta...davvero bello!!
RispondiEliminaUn abbraccio e buon fine settimana ;)
In ritardo, come ormai spesso mi accade, passo qui a leggere questo splendido post. Non conoscevo la poetessa di cui parli nè i suoi versi davvero affascinanti.
RispondiEliminaGrazie, cara Stefania, delle tue scelte sempre raffinate e coinvolgenti!
Grazie a te cara Annamaria, non farti problemi, è così anche per me e ti capisco bene.
EliminaPer quanto riguarda la mia proposta, anch'io ho conosciuto la poetessa per caso e me ne sono subito innamorata, davvero affascinante nella sua poetica. Un abbraccio a te.
Sinceramente non la conosco e la tua presentazione e la trascrizione di qualche poesia mi danno voglia di approfondire le sue opere. Complimenti, anche se in ritardo, per questo post. Buona settimana.
RispondiEliminaTi ringrazio, lieta di leggerti. Un saluto a te.
Elimina