Caffè a Rapallo
Natale nel tepidario
lustrante, truccato dai fumi
che svolgono tazze, velato
tremore di lumi oltre i chiusi
cristalli, profili di femmine
nel grigio, tra lampi di gemme
e screzi di sete...
Son giunte
a queste native tue spiagge,
le nuove Sirene!; e qui manchi
Camillo, amico, tu storico
di cupidige e di brividi.
S'ode grande frastuono nella via.
È passata di fuori
l'indicibile musica
delle trombe di lama
e dei piattini arguti dei fanciulli:
è passata la musica innocente.
Un mondo gnomo ne andava
con strepere di muletti e di carriole,
tra un lagno di montoni
di cartapesta e un bagliare
di sciabole fasciate di stagnole.
Passarono i Generali
con le feluche di cartone
e impugnavano aste di torroni;
poi furono i gregari
con moccoli e lampioni,
e le tinnanti scatole
ch'ànno il suono più trito,
tenue rivo che incanta
l'animo dubitoso:
(meraviglioso udivo).
L'orda passò col rumore
d'una zampante greggia
che il tuono recente impaura.
L'accolse la pastura
che per noi più non verdeggia.
Natale nel tepidario
lustrante, truccato dai fumi
che svolgono tazze, velato
tremore di lumi oltre i chiusi
cristalli, profili di femmine
nel grigio, tra lampi di gemme
e screzi di sete...
Son giunte
a queste native tue spiagge,
le nuove Sirene!; e qui manchi
Camillo, amico, tu storico
di cupidige e di brividi.
S'ode grande frastuono nella via.
È passata di fuori
l'indicibile musica
delle trombe di lama
e dei piattini arguti dei fanciulli:
è passata la musica innocente.
Un mondo gnomo ne andava
con strepere di muletti e di carriole,
tra un lagno di montoni
di cartapesta e un bagliare
di sciabole fasciate di stagnole.
Passarono i Generali
con le feluche di cartone
e impugnavano aste di torroni;
poi furono i gregari
con moccoli e lampioni,
e le tinnanti scatole
ch'ànno il suono più trito,
tenue rivo che incanta
l'animo dubitoso:
(meraviglioso udivo).
L'orda passò col rumore
d'una zampante greggia
che il tuono recente impaura.
L'accolse la pastura
che per noi più non verdeggia.
Eugenio Montale
Natale al Caffè Florian
La nebbia rosa
e l’aria dei freddi vapori
arrugginiti con la sera,
il fischio del battello che sparve
nel largo delle campane.
Un triste davanzale,
Venezia che abbruna le rose
sul grande canale.
Cadute le stelle, cadute le rose
nel vento che porta il natale.
Alfonso Gatto
davvero intense queste due elaborazioni del Natale..in particolare mi piace Montale e l'uso di sillabe dal suono stridente quasi a richiamare la confusione accecante di una festa popolare..
RispondiEliminaCara Stefania, ciò che sa creare se si parla di Natale, dico quello che abbiamo imparato noi da piccoli, era un vero miracolo!!! oggi credo che i giovani, pensano solo hai regali.
RispondiEliminaCiao e buona serata cara amica.
Tomaso
Molto belle ed intense entrambe !! Non saprei quale scegliere, entrambe rendono bene l'idea del Natale, nella solitudine di un caffè !! Un saluto
RispondiEliminaLa poesia sa veramente venire i brividi, quando è viva, onesta nel suo essere...
RispondiEliminaAnche un poco natalizio...
Splendide poesie che incantano i cuori!
RispondiEliminaUn abbraccio da Beatris
Trovo più bella e più sentita quella di Alfonso Gatto, parole che sgorgano dal cuore.
RispondiEliminaVeramente belle e toccanti queste poesie natalizie . Rapallo , nel Golfo del Tigullio,
RispondiEliminavicino dove abito . Al Caffè Florian ero di casa , portavo i miei gruppi Inglesi
a prendere il thè . Bei ricordi .....Salutissimi Laura A.
QLa poesia di Gatto mi da' maggiormente l'idea della solitudine, quella di Montale la trovo più lineare, anche se molto più dettagliata.
RispondiEliminaGrazie per questo post Stefania...
Un bacione!
Interessanti e diverse queste due poesie, mi piace molto quella di gatto, si sentono i companellini quandola si legge..
RispondiEliminaGrazie mia cara , anche se per me il Natale è una ricorrenza alquanto spinosa...
Bacio serale!
Non potevo non conoscere quella di Alfonso Gatto, ma quella di Montale proprio non l'avevo mai letta. Grazie per avere colmato una mia lacuna e buone feste natalizie a te e famiglia.
RispondiEliminaGrazie a tutti. Anch'io tra le due poesie preferirei quella di Alfonso Gatto. Più breve e più immediata, pennella con brevi ma significativi tratti l'atmosfera di quel momento con un pathos che raggiunge dritto il cuore. Grazie ancora a tutti per i vostri bellissimi commenti, vi lascio un abbraccio e buon lunedì.
RispondiElimina