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giovedì 15 marzo 2018

"Per dieci minuti"

"Da quando la mia vita è vuota non mi ero mai accorta che fosse così piena."

Vi sarà capitato, nelle vostre giornate, di fare qualcosa che non avevate mai fatto prima, provare ad evadere dalla solita routine?
Credo che tutti, chi più chi meno, lo abbiamo fatto. E il risultato qual'è stato? Dopo, vi siete sentiti meglio?

Cambiare momentaneamente percorso, uscire fuori dai soliti schemi, aiuta, credo aiuti sempre. Sperimentare, scoprire nuove passioni è qualcosa che, può portare a migliorare il proprio sé, se non addirittura a cambiarlo pian piano, ci mette in contatto con tutto ciò che ancora non abbiamo conosciuto, della vita e di noi stessi. Ci impone di pensare ad altro, distrae la mente dai problemi che pressano e angosciano, la riossigena con nuova energia.
Supponiamo che si debba lasciare la casa dove siamo cresciuti, o che il nostro lavoro venga affidato ad un altro, oppure si sia lasciati dal proprio compagno, la crisi è inevitabile. Grande, piccola c'è sempre, perchè fa crollare il nostro castello di certezze.

E questo, in definitiva, è quello che accade a Chiara la protagonista di “Per dieci minuti”.
Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più.
La sua psicologa le propone di fare un gioco: provare per un mese a fare una cosa nuova, mai fatta prima, per dieci minuti. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Dieci minuti per smettere di avere paura.
Dieci minuti, in fin dei conti, non sono poi tanti e Chiara che non ha niente da perdere, ci prova.

“E a che serve questo gioco dei 10 minuti?”
“Boh, la dottoressa non me l’ha spiegato. Credo serva fondamentalmente a impegnarmi la testa, a riempire il vuoto e a fare ordine nella confusione che mi ritrovo al posto della vita”

Così lei, che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake.
Cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto.

“Le telefonate con Mio Marito mi sfiancano.
Ma ogni volta che il suo nome lampeggia sul display del mio cellulare, io ancora ci spero. Che arrivi finalmente quella telefonata:
“Magoo, ho sbagliato tutto, sono stato un povero pazzo, tu sei stupenda, non so vivere senza di te, subaffittiamo la casa di Roma e torniamo a Vicarello. Tu e io. Per sempre”.
Una telefonata semplice e chiara: come semplice e chiara è stata quella che mi ha fatto da Dublino.”

“Chissà perché certi abbandoni sono così netti e certe riconquiste così vaghe.”

Non ho più un amore. Non ho più una casa che sento davvero mia, non ho più un lavoro che mi piaceva. Non ho un perno: ecco. Ma la vita che gira attorno a questo perno che non c'è, forse, non è poi così male.
“Vede, Chiara, è proprio la vita l'unico perno possibile. È perno e ruota insieme, la vita.”

"(….)In effetti, il meglio della vita sta in tutte quelle esperienze interessanti che ancora ci aspettano: con il gioco dei dieci minuti lo sto imparando.
Dunque sta anche nei libri che tutti hanno letto, ma che per qualche imprecisato motivo noi ancora no. "

Il romanzo si basa su una storia che potremmo considerare “all'ordine del giorno”. Una donna alle prese con un amore terminato, un matrimonio che non esiste più, una depressione che avanza, un'analista che le consiglia solo un gioco e il cambiamento, che è spaventoso ma, necessario.
Chiara Gamberale dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.
Con l'originalità che la contraddistingue, l'autrice riesce a raggiungere il lettore attraverso la scrittura semplice, incisiva e emozionante.
Le parole, le frasi che ne vengono fuori, i concetti che trasmette, me ne hanno fatto apprezzare la lettura e sono sicura che mi rimarrà nel cuore a lungo. Da leggere, secondo me. A cuore leggero, aperti a tutto. 
E da provare il gioco, perché no?