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lunedì 16 maggio 2016

TOP MODEL: PAESAGGI

“Indietro non si torna” ma il coraggio della sincerità con se stessi vince il tempo e può dare comunque un senso di serenità alla propria vita.

Karl Walser
Ieri, pensando a cosa proporre questo lunedì, mi sono detta: "perchè non presentare qualcosa di diverso dalla poesia..." e seguendo questo pensiero la mia scelta è caduta su un racconto, un racconto breve, per non annoiarvi troppo. Interessante ed educativo, contiene in sé un messaggio: come esempio o somiglianza con le parabole dell'evangelista Luca,  insieme agli altri racconti della raccolta, ed è esso stesso parabola di una realtà attuale, rappresentazione di uno dei problemi della nostra società. Dalla descrizioni poetiche del paesaggio, che ha le tinte sfumate di un acquarello, il racconto, viaggio nel viaggio, gradualmente prende i toni nostalgici di un incontro con il passato.
E' tratto  da: "I fatti della vita" di Edda Pellegrini Conte - Ed. Helicon

O quale donna, se ha dieci dramme
e ne perde una, non accende la lucerna
e spazza la casa e cerca attentamente
finchè non la trova?” (Luca: Cap. 15,8)


L'inverno non era ancora finito, ma la primavera quell'anno sembrava avere fretta. Nei colori vibravano mutamenti continui, come se un pittore capriccioso si divertisse a mescolarli per inventare tonalità nuove. Dal treno in corsa i paesaggi si susseguivano come tanti quadri in galleria. Distese di terra arata cedevano davanti a campi rigogliosi di piantine giovani, l'ombra cupa dei cipressi si scontrava con la nuvola rosa dei peschi. Nel cielo le nuvole fuggivano veloci come navigli bianchi che il vento sospingeva alla deriva.
Si scoprivano larghe pozze di azzurro, denso e profondo come il mare al largo della costa.
La donna si tolse gli occhiali alla moda per non perdere nessuna sfumatura di quel paesaggio. Aveva la sensazione di vedere tutto per la prima volta. Era come se realmente fosse cambiato qualcosa da quando aveva perso l'abitudine di guardarsi intorno.
Si trovò a interrogarsi. Quale impulso l'aveva spinta a viaggiare in treno? Nella sua vita c'erano ben altri mezzi di trasporto, più comodi e veloci. Da tempo non c'era posto per indugi e attese, né per riflessioni e ricordi. Eppure certe forme a lei familiari ora le davano un trasalimento sottile. Erano le colline di casa sua. Forse qualcosa dentro le stava tendendo un tranello.
A quell'ora le sue colleghe erano scese dalla passerella dell'aereo. I soliti reporters mondani scattavano foto tra gli sguardi ammirati della gente. Le famose bellezze si schermivano studiatamente tra un flash e l'altro. Il gruppo delle Top Model era sempre un ghiotto richiamo per la cronaca mondana. In quel mondo che viveva di echi la sua decisione doveva essere apparsa un'eccentrica manovra pubblicitaria. Perché una celebre Top Model sceglieva di viaggiare in treno? Certamente tra poco avrebbe trovato alla stazione il solito paparazzo più abile degli altri a carpire briciole di vita privata.
Il treno prese a rallentare dolcemente. A un certo punto parve che si dovesse fermare, e allora si vide con chiarezza un campanile che bucava il cielo al di sopra di un gruppo di cipressi. Tra gli archi stretti come feritoie oscillava una campana. La Top Model con gesti istintivi accostò l'orecchio al finestrino. Le parve di udire un allegro scampanio. L'eco immaginaria la riportò indietro nel tempo. Un vestito rosso a gale sovrapposte. Il suo preferito. Era il vestito della domenica, per andare a messa. La madre la portava per mano. Nel corso di un bisticcio con la sorella lei ci aveva rovesciato sopra una tazza di cioccolata fumante. Sul ciglio della strada, verso il cimitero, fiorivano i ciclamini. Più dentro, trai lecci e i ginepri in tempo di Natale si andava a raccogliere la più morbida borraccina. I ragazzi del vicinato, tutti insieme, vociavano festosi. Le strade del paese come le stanze di una grande casa, dove ognuno si sentiva a suo agio, anche tra le innocenti ripicche. Vita di paese. Criticata. Rifiutata. Oggi richiamata alla memoria da un attimo di sosta, in un'esistenza scintillante e fragile come cristallo.
Si rimise gli occhiali, per un brivido improvviso si alzò a prendere il maltello di volpe.
Fu quel movimento che attirò l'attenzione di un uomo che passava nel corridoio del treno. Un lampo di ammirazione e un impulso immediato. L'uomo si affacciò allo scompartimento e fece con enfasi: “ma lei è... la famosa...”.
Sì, lei era il numero uno delle sfilate di moda, una vip. Ma era realmente una persona molto importante? Importante per chi o per che cosa? Forse per quanto era pagata? O perché rappresentava un simbolo del successo?
La Top Model si sedette con calma e togliendosi gli occhiali disse con naturalezza: “ Ma no, sono soltanto Luisa Rossi. Sto tornando dal lavoro...”.
La risposta era sbocciata spontanea, quasi a sua insaputa. Ma subito lei si accorse che quelle parole le restituivano un patrimonio inestimabile, le restituivano la sua identità perduta.


"La vita cui si allude nel titolo di questo libro di racconti, scritti con rara delicatezza e si direbbe esperta maestria, è una intensa vita vissuta, di cui in qualche modo, e prima o poi, si tirano, o si è costretti a tirare, le somme facendo i conti col passato. Si tratta più spesso di un confronto con se stessi, che si svolge all'interno di un "silenzio" meditativo, interiore, contraddittorio, denso di nostalgie e di rimpianti o convinto di ben determinate decisioni. è un momento cruciale, definitivo, perché "indietro non si torna".... "
Neuro Bonifazi



Nota dal libro: "Le citazioni dalle Parabole del Vangelo sono state prese da: la Bibbia di Gerusalemme. (Ed.Grafiche, Bologna, 1995)