BUONA LETTURA
“Domani non vengo.” Daniela sapeva che Angela non
l’avrebbe presa bene, ma non poteva fare altrimenti, in fin dei conti si
trattava solo di rimandare a un altro giorno.
“Come non vieni? Sono settimane che ne parliamo e
adesso me lo dici così, all’ultimo minuto che non vieni. Io che dovrei fare?”
“Lo capisco e mi dispiace. Mia madre ha bisogno di me
e non posso dirle di no. Sai com’è fatta. Sentiti libera di andarci da sola,
altrimenti lo facciamo insieme il prossimo sabato.”
Angela riattaccò il telefono un po’ seccata, contava
su quella gita per distrarsi e staccare dal lavoro stressante della settimana,
oltretutto era un periodo che si sentiva particolarmente sola. E adesso?
Tirò fuori dal frigo la bottiglia di bianco e se ne
versò un po’ nel bicchiere, poi prese il telecomando, accese la tv e si mise a
fare zapping indecisa sul da farsi: Che faccio, ci vado da sola? Ma
non sarà la stessa cosa. Però se domani resto a casa, lo so già, mi gireranno
le palle tutto il giorno.
Le previsioni meteo promettevano una splendida
giornata calda. Aveva già preparato sul tavolo il termos con l’acqua, qualche
snack e un panino per il pranzo. Lo zainetto era pronto in camera… con le
scarpe da jogging vicino… Mancava solo la sua decisione.
Perché
rimandare? Aveva voglia di andare e allora? Nessuno le vietava di farlo da
sola. A quel pensiero si sentì più sollevata, andò in bagno e si fece una
doccia. Poi si infilò nel letto e caricò la sveglia per le sette del mattino.
Il tempo di fare colazione e poi via, in mezz’ora di macchina avrebbe raggiunto
il lago e da lì successivamente si sarebbe incamminata verso il castello con
una piacevole passeggiata di un’ora circa. Magari anche un po’ meno,
considerando che da sola avrebbe mantenuto un passo più sostenuto.
***
Il lago era in apparenza tranquillo quella mattina,
una famiglia di germani si lasciava portare dalla corrente, altri
sonnecchiavano a riva sotto l’ombra di un salice e c’erano folaghe che
becchettavano nell’acqua. Stranamente incontrò solo un paio di coppie di
anziani che passeggiavano lungo la riva, e si sentì invadere da un senso di
calma. Pensò di approfittarne e di sedersi all’ombra di grossi alberi sul
pendio erboso prominente la sponda ovest del lago. Una leggera brezza rendeva
l’aria piacevole e notò al largo un’imbarcazione che navigava a vele gonfie
davanti a lei. In lontananza le sembrò non più grande di una barchetta di
carta. Oscillava e zigzagava veloce spostandosi leggera sul pelo dell’acqua.
Chissà che sensazioni si provano a trovarsi là in mezzo, da soli, con nessuno
attorno? Ti senti sperso, in balia del vento e delle correnti o padrone del
tutto? Si chiese Angela.
Non era mai salita su una barca a vela e si ripropose
di farlo, magari un giro breve di mezz'ora, tanto per capire cosa si prova. Probabilmente al mare
sarebbe stato diverso, ma valeva la pena tentare, pensò. Per intanto si sarebbe
informata chiedendo a Sergio, un collega appassionato di vela.
La mattina volò in fretta, scattando qualche foto e
leggendo alcune pagine del libro che si era portata da casa. Allo scoccare del
mezzogiorno aprì il sacchetto che aveva nello zaino e si mise a mangiare.
Benché in quel luogo ombroso stesse bene, aveva deciso di raggiungere comunque
il castello. Ormai era curiosa di visitarlo. Alcuni colleghi le avevano detto
che poteva arrivarci anche con la vettura, ma che il tratto a piedi le sarebbe
piaciuto per la piacevole camminata in mezzo alla natura.
Dal lago al paese, dove avrebbe trovato la strada per
il castello, c’erano appena cinque minuti in macchina e si chiese perché,
nonostante la vicinanza, non fosse mai stata là.
***
Parcheggiò sulla piazza all’entrata del paese e si
incamminò. Qualcuno le aveva parlato di un percorso su un sentiero sterrato in
mezzo ai boschi ma, scesa dall’auto, notò un cartello segnaletico che indicava
di entrare in paese. Si guardò meglio attorno e notò un’altra indicazione. Era
posta su una strada asfaltata alle sue spalle che girava in un tornante cieco
in salita. Probabilmente si poteva raggiungere il castello seguendo due
percorsi diversi. Angela si guardò attorno per chiedere, ma la piazza, forse
per l’ora dovuta al pranzo, era deserta. In quel mentre le venne da sorridere
pensando a Daniela che, se fosse stata con lei quel giorno, non avrebbe avuto
dubbi nel prendere l’indicazione per il paese, pensandola meno faticosa.
Conosceva troppo bene la sua scarsa propensione a quel tipo di camminate.
Niente comunque faceva supporre che quello fosse il
percorso più agevole e corto, e una passeggiata anche più lunga a lei poteva
andare bene, quindi nell’indecisione imboccò, con zaino a spalle, il tornante.
Dopo pochi minuti di salita si trovò fuori dall’abitato su un sentiero sterrato
come quello che le avevano descritto.
Ritrovarsi in mezzo alla natura fu piacevole, e per
niente disagevole. Il sentiero che costeggia il bosco di castagni e campi
coltivati, procedeva abbastanza pianeggiante e a tratti in ombra. Ogni tanto
incrociava qualcuno che probabilmente stava scendendo, ma in linea di massima
il percorso era poco frequentato e tranquillo quel giorno. Dopo una mezz’ora circa
incrociò una strada asfaltata con un’altra indicazione e intravide la sagoma di
alcune case. La imboccò e proseguì in mezzo all’abitato. La giornata non era
calda, decisamente con una temperatura dolce e piacevole. Angela si sentiva di
buon umore e rilassata, le capitava spesso quando faceva quel tipo di
passeggiate.
A un certo punto lo vide. Un’imponente costruzione,
posta sulla cima di un colle, un po’ spostato alla sua sinistra. A lato di una
strada d’accesso per le macchine, un passaggio pedonale, che si inerpica in un
paio di leggere salite, la portò all’ala dietro il castello.
Raggiunto l’antico maniero fu attratta subito dall’ampia
balconata belvedere e si diresse nella sua direzione. Lo spettacolo del lago
non tradiva le aspettative, era davvero stupendo. Solo quello meritava la
camminata. Da quella distanza i colori
bruniti e dorati della vegetazione, la distesa di vigneti e frutteti della
campagna sottostante, l’immobilità del lago le apparvero in tutta la loro
bellezza e solennità, se ne sentì attratta e si perse in quel loro regale
silenzio.
“La sta cercando anche lei? È riuscita a vederla?” Una
voce maschile alle sue spalle la fece trasalire. Voltandosi di scatto si trovò
davanti un giovane alto con i capelli mori, era a pochi passi da lei. Sorrideva
con uno sguardo simpatico.
“Scusi?” Rispose Angela in tono interrogativo e
aggiunse: “Cosa dovrei vedere? Non capisco.”
“Ma come, non sa della storia che si racconta da
queste parti? La conoscono tutti.”
“Mi dispiace, io no.”
“Vede, si dice in giro che in certe giornate, da
quassù, si possa vedere affiorare sul lago il volto di una giovinetta che un
po’ di anni fa si è suicidata proprio gettandosi dalla sponda di ponente. È strano vero? Non so se ci sia un fondo di
verità, io non l’ho mai vista. Ma sa come sono queste storie, da una voce ne
nasce un’altra e un’altra, fino a che la gente del luogo finisce per parlarne
spesso e la fa diventare vera anche se non lo è. Comunque si racconta che sono
stati in molti ad aver assistito a queste apparizioni. “
Istintivamente Angela si voltò di nuovo verso lo
specchio d’acqua, come influenzata da ciò che le era stato appena raccontato,
lo vide incresparsi e da quel movimento affiorare sulla superficie qualcosa che
non riuscì a distinguere. Non ebbe modo di capire perché un attimo riportò
tutto allo stato precedente di immobilità e impenetrabilità. Si riscosse,
cercando di scacciare l’immagine dai suoi occhi, ma non poté negare a se stessa
di esserne uscita turbata. Si riprese nell’istante in cui il giovane le diceva
di chiamarsi Federico, di abitare a Biella e le proponeva di darsi del tu. Aveva un fare amichevole e cordiale, una
dialettica non indifferente, dovette ammettere Angela, le cose le sapeva dire.
Federico non aspettò una sua risposta per passare
all’illustrazione turistica del luogo.
“Il castello ha
origini antiche - raccontava. - Come certamente saprai, nel III secolo d.c. era
già una fortezza. Quello che credo tu non sappia è che, purtroppo da un po’ di
tempo, non è visitabile all’interno. Si viene qua sopra e ci si deve
accontentare del paesaggio che vediamo dal suo terrazzato. Sai che nel 1459 un
tal cavaliere Bernardo venne chiuso nel castello in un’armatura e murato vivo
perché aveva perso una disputa con un suo rivale? Credimi, non è una
leggenda. Pare che durante le opere di
restauro siano stati trovati i resti di un uomo in armatura dietro una parete
che portano ad avvalorare la storia.”
“Intorno alla giovinetta, invece, che puoi aggiungere?
Quale spiegazione è stata trovata?” Lo interruppe Angela.
“Pare che la ragazza, innamorata di un giovane suo
coetaneo, si fosse lasciata affogare nel lago perché i genitori l’avevano
promessa a un altro e volevano costringerla a sposarlo. Le apparizioni sono iniziate
qualche tempo dopo la sua morte e solo a donne giovani. Quando qualcuno ha
cercato di saperne di più è venuto fuori che avevano tutte in comune problemi
sentimentali irrisolti. Non so però che fondo di verità abbiano e francamente
non mi interessa.
“Ma non trovi sia strano?” Aggiunse Angela.
“Certo. Per me è solo un fenomeno che deriva da un
effetto ottico che si crea sul lago. Magari a seguito di una serie di
coincidenze: come la quantità d’aria che
muove la superficie e si scontra con le correnti del lago… un determinato
momento atmosferico di luce… in base alla posizione del sole… il modo in cui i raggi trafiggono lo specchio d’acqua con il passaggio di qualche nuvola... Insomma non è
niente di misterioso. La gente ha bisogno di trovare una spiegazione a ciò che
non si sa spiegare perché dà certezze e sicurezze. Il fatto è che la fantasia
delle persone galoppa sempre un po’ troppo. Basta che uno racconti qualcosa e qualcun
altro la riporta subito ingigantita.”
***
“Senti, che ne dici se scendiamo insieme e ci fermiamo
in paese a prenderci qualcosa da bere? Mi piacerebbe conoscerti meglio.”
Proseguì Federico.
Angela non rispose subito, perché la storia
appena ascoltata la portò a pensare ad Antonio, il suo ragazzo. Improvvisamente
realizzò quanto le mancasse parlare con lui, così anche semplicemente come
aveva fatto quel pomeriggio con Federico. Da quanto tempo non lo sentiva? Una
settimana? Da come sentiva la sua mancanza le pareva trascorso più tempo.
Antonio, per il suo mestiere di giornalista, era
sempre in giro. Si spostava di frequente e spesso non riusciva neanche a mettersi
in contatto con lei. Quando andava bene, e potevano a parlarsi, cadeva la
video chiamata dopo appena cinque minuti. Da circa sei mesi, Angela doveva
accontentarsi di incontrarlo per qualche ora tra un volo e un altro. Erano
poche le volte che potevano stare insieme per più di due giorni e lei era
stanca di quell’amore a intermittenza. Voleva sicurezze, certezze che lui, a
parte promesse, continuava a non darle.
Antonio l’amava ancora? Se l’era chiesto spesso in
quegli ultimi mesi e improvvisamente realizzò che forse neanche lei lo amava
più come prima. Era arrivata l’ora di chiarirsi, di andare a fondo, pensò.
Sentì di non essere più disposta a sacrificare la sua vita per lui. Non era felice.
Guardò Federico, i suoi occhi marroni, pensò al piacere
che le aveva procurato la sua presenza, al modo di raccontare che l’aveva messa
subito a proprio agio. La sua spontaneità, la semplicità. Non sapeva spiegarsi ma era come se lo avesse conosciuto molto
prima di quel pomeriggio.
Per troppo tempo si era sentita sola e rispose:
“Dico che un’ottima idea.”
Fine.
Stefania Pellegrini ©
Storia inedita - anno 2024
DIRITTI RISERVATI ALL'AUTORE
Ottimo racconto colmo di leggende. Grazie di averlo scritto. Un forte abbraccio e buona giornata Stefania.
RispondiEliminaCiao Pia, la leggenda c'è, ma anche il castello. Si trova in Piemonte e la storia del cavaliere chiuso nell'armatura è vera. Io mi sono limitata a tesserci intorno il resto dei fatti. Grazie, grazie tante, per la tua assidua presenza.
EliminaMolto carino, sembra quasi di vederlo questo lago con collina e castello.
RispondiEliminaBrava
Grazie Alberto per la visita e per il commento. Una buona giornata a te.
EliminaBellissimo racconto,complimenti.
RispondiEliminaTi ringrazio. Buona giornata.
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