mercoledì 11 settembre 2019

Una terapia per l'anima


La musica è una legge morale. Essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza, e la vita a tutte le cose.” Ha scritto Platone.
Il grande potere della musica...
Mi è capitato di leggere, anche se mai sperimentato personalmente, che la musica è usata per intervenire a livello educativo e riabilitativo (musicoterapia), ma mi era sempre sfuggito il fatto che è in grado di produrre nell'organismo dei sostanziali cambiamenti a livello fisiologico, dimostrato scientificamente da molti studiosi.
Il famoso neurologo Oliver Sacks, nel suo libro “Musicofilia”, per esempio, spiega la relazione esistente tra musica e cervello, e ci mostra come la musica possa svegliare alcune zone cerebrali danneggiate.
Qualche tempo fa girando per il web alla ricerca di articoli che parlassero di disagio, per caso trovo un articolo su Gabriele Catania, uno psicoterapeuta. Leggo che, prendendo spunto dai testi delle canzoni di Fabrizio De André, si è improvvisato “cantautore” per curare i suoi pazienti.
La singolarità mi colpisce e salvo il link, maturando l'idea di riportarne la storia su questo blog.
Poi passa il tempo, arriviamo a oggi, quando ritrovo, per caso, l'appunto in una cartella e nasce questo post.
Ma perché proprio De André?

Fabrizio De André è stato, tra i cantautori italiani, quello che più ha raccontato le storie degli “ultimi”, degli emarginati e ha sostenenuto che la canzone avesse il potere di “indicare delle strade da seguire, dei codici di comportamento”, che non si potesse limitarne la propria funzione al semplice intrattenimento.
Le sue canzoni parlano di disagio psichico senza giudicare i protagonisti, e Gabriele Catania, osservando le storie di alcuni suoi pazienti, scopre che presentano analogie e parallelismi con quelle dei personaggi raccontati dal cantautore genovese.
Tutto cominciò una mattina, racconta, mentre ascoltava "La ballata dell’amore cieco (o della vanità)", la canzone le fece venire in mente il caso di una giovane donna anoressica che aveva in cura. I fatti presentavano interessanti analogie con la storia del protagonista della canzone.
Nel testo di De Andrè:
"L'innamorato cerca di conquistare l’amata soddisfacendo tutte le sue richieste fino all’estremo sacrificio. Allo stesso modo,  la ragazza anoressica sente di non poter deludere le aspettative dei suoi genitori, perché teme che in questo caso ne perderebbe il loro affetto, e si sente obbligata a impegnarsi allo stremo in tutto ciò che le viene richiesto. Tale comportamento porta  la giovane a sviluppare nel frattempo un pericoloso senso di onnipotenza che le fa sottovalutare il pericolo a cui si sottopone rinunciando al cibo."

Così Catania, con l’autorizzazione e il consenso di Dori Ghezzi e della Fondazione De André, senza tradirne lo spirito e la poesia, modifica i testi di alcune canzoni perché rispecchino meglio le storie dei suoi pazienti.
La ballata dell’amor cieco, così diventa La ballata dell’amor di vetro (o dell’anoressia) 

Ne riporto qui sotto una parte, per darvene un'idea.

Un padre assente una madre sola
tralalalalla tralallaleru
misero al mondo per un errore
il loro frutto dell’amore.
Era una bimba bella e dorata
tralalalalla tralallaleru
era una bimba bella e dorata
e chiedeva solo d’essere abbracciata.
La madre invece si ostinava
tralalalalla tralallaleru
ad esibir quella bellezza
senza il calor di una carezza.
La bimba allor si sentì sola
tralalalalla tralallaleru
in quel suo corpo fatto di niente
nel vetro di un amore freddo e trasparente.
E per lenir meglio il rifiuto
tralalalalla tralallaleru
escluse il cuor dalla coscienza
basando la sua forza sull’obbedienza.
Quell’obbedienza esagerata
tralalalalla tralallaleru
la spinse ancor con più durezza
a rifiutare il corpo e la sua bellezza.
(..........................................................) 

Poi c'è La ballata degli impiccati che diventa La ballata degli impanicati:  
Cominciammo a provar la vergogna/ per aver ceduto alla mente/ e pensando fosse nostra la colpa/ nascondemmo il problema alla gente. / Poi ci dissero che era sbagliato/ preoccuparsi per quell’incidente/che bastava “tirar fuori i coglioni” / per non farsi fregare dal niente”.

Il risultato sarà superiore alle aspettative: non solo suscita comprensione ed empatia nei confronti di chi soffre di depressione, di nevrosi ossessivo compulsive o di altri disturbi psichici anche più gravi, ma fa emergere con chiarezza come le radici di questi malesseri affondino in qualche modo nell’esperienza di quasi tutti.

Così, per il padre depresso, che si accorge di aver cercato in tutti i modi di distinguersi da suo padre e di non esserci riuscito, nasce: 
(“Diventai padre in un giorno d’estate/ pensando a lui per non farmi fregare/ ma i miei sforzi risultarono vani/ con la sua testa sono qui a ragionare)

Per il pescatore che ha rinunciato al suo sogno di diventare pilota d’aereo:
(“E in quella notte di paura/ si ritrovò sotto le mura/ che aveva eretto da bambino/frenando il volo al suo destino”);

E tanti altri personaggi, ancora, che qui non cito per non dilungarmi troppo. Credo e spero, comunque, di avervi dato un'idea.



La sua esperienza, Gabriele Catania la riporta in un libro pubblicato nel 2013, "La terapia De André" in cui racconta, in ogni singolo capitolo, la storia di una persona che ha incontrato in terapia e di come i brani di De André abbiano trovato spazio nel suo lavoro psicoterapico.


Nella carellata di incontri troviamo il problema del conflitto con il padre-autorità come Il Bombarolo, Sogno numero due, Al ballo mascherato che possono toccare le corde interne di tanti.
 
C’è il medico ossessivo che scopre che può esistere “la saggezza nell’errore ascoltando la canzone mentre Un giudice relativizza il nostro bisogno di onnipotenza divina.

Concludendo: "La musica è terapia per l'anima".
Da una citazione di Victor Hugo :
“La musica esprime tutto ciò che non può essere detto a parole e su cui è impossibile rimanere in silenzio”



Ricerche dal web e dal Corriere della sera 15/7/2012 a cura di Roberta Villa: Il disagio raccontato con i testi di De André

 

12 commenti:

  1. Cara Stefania, questo post è molto interessante ci fa guardare con curiosità.
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Caro Tommaso grazie per la tua attenzione. Un forte abbraccio a te e un sorriso.

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  2. Molto interessante e decisamente singolare questo esperimento di Gabriele Catania, anche perchè - al di là della musica - fa leva su delle storie di vita che modella sullo schema delle canzoni di De André.
    Al di là di questo, penso anch'io che Oliver Sachs, nel suo libro "Musicofilia", abbia ragione e del resto l'azione terapeutica della musica sull'uomo è testimoniata anche dagli antichi.
    Grazie per questo ricchissimo post e un caro abbraccio!!!

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    1. Credo si debba davvero render merito a Gabriele Catania per questa sua iniziativa, del tutto singolare perchè si è esposto anche lui in prima persona.
      Grazie a te per l'apprezzamento, buona serata e un abbraccio.

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  3. Per me un grandissimo cantautore. La canzone di Marinella credo di averla cantata milla volte.
    Buona serata

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    1. Hai ragione Giancarlo. De André è stato, e continua a essere per tutti noi un grandissimo cantautore, ma soprattutto non dobbiamo dimenticare il poeta che era in lui. Buona serata e grazie.

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  4. Un articolo molto ben congegnato e interessante, per quanto intende trasmettere al lettore, coi gli speciali riferimenti indicati.
    Sempre bello leggerti, Stefania,felice sera,silvia

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    1. Ti ringrazio, Silvia per l'apprezzamento. Buona serata a te e un sorriso.

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  5. Caspita Stefania grazie. È tutto molto interessante.
    Comunque concordo, la musica è un bene.
    Ti abbraccio, ciao.

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    1. Ciao Pia, ti ringrazio della visita e del tuo apprezzamento, sono contenta ti sia piaciuto.
      Un abbraccio a te.

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  6. Hai fatto un meraviglioso post. Fabrizio non creava certo delle canzoni per Sanremo ma piaceva a tutti noi. Sono contento di apprendere che sono servite anche per curare l'anoressia ed altro. Spero che Catania abbia fatto degli emuli. Buona domenica.

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