sabato 28 settembre 2019

Il poeta operaio

Ferruccio Brugnaro
"Bracciante, raccoglitore di stracci
operaio degli altiforni
pescatore
venditore abusivo di crostacei.
Mio padre
era così
adoratore del sole, adoratore
delle barene
silenzioso
fanatico del mare.
 (da Bracciante, raccoglitore di stracci)

Ferruccio Brugnaro 
nasce a Mestre nel 1936. Operaio a Porto Marghera dagli inizi degli anni '50, ha fatto parte per molti anni del Consiglio di Fabbrica Montefibre-Montedison. La sua attività di scrittore inizia nel 1965. Comincia a distribuire i suoi primi ciclostilati di poesie, racconti e pensieri su volantini, su comunicati del sindacato, sui muri e ovunque capiti, presso i quartieri e le scuole frequentati dai lavoratori in lotta.
Sono poesie di denuncia scritte tra un turno di lavoro e una assemblea. Le trova in Sicilia il poeta americano Jack Hirschman, che ne rimane impressionato tanto da decidere di tradurle negli Stati Uniti (ne usciranno due volumi, e Brugnaro sarà poi chiamato a un ciclo di letture e conferenze oltreoceano). Li trova a Parigi il poeta francese Jean-Luc Lamouille, che ne traduce i testi per una raccolta poi uscita in Francia.
E’ del 2014 “Le follie non sono più follie” nelle Edizioni Seam. Nel 2016 nel corso del Morning Art Festival, riceve il Premio Naim Araidi alla carriera. Suoi testi appaiono spesso anche su varie riviste e giornali internazionali.


Scrive Andrea Zanzotto in una prefazione: "Nella poesia di Brugnaro appare una realtà ambientale che ha raccapriccianti affinità con quella della guerra: è la realtà della fabbrica, o almeno di certe fabbriche, oggi. Non è esagerazione affermarlo. Ci sono in questi versi le mattine di livido inferno dopo i turni, i fumi e rumori che disintegrano, le morti a stillicidio, l'indefinibile e inarrestabile trasformazione degli uomini in cosa."
 
 
Tutti assolti al processo per le morti al petrolchimico
 
Lavoravamo tra micidiali veleni
sostanze terribili
cancerogene.
Non affermate ora
furfanti
ladri di vite
che non c'era alcuna certezza
che non c'erano legislazioni.
Non dite, non dite che non sapevate.
Avete ammazzato e ammazzate ancora
tranquilli indisturbati
tanto
il fatto non sussiste.
I miei compagni morti non sono
mai esistiti
sono svaniti nel nulla.
I miei compagni operai
morti
non possono tollerare
questa vergogna.
Non possiamo sopportare
questo insulto.
Nessun padrone
nessun tribunale
potrà mai recingerci
di un così grande
infame silenzio. 
Ferruccio Brugnaro
 
MALVAGIO, SONO MALVAGIO E BESTIA
 
Mi accorgo ancora del biancospino
                               che fiorisce
                      e della rondine che ritorna.
           Malvagio, sono malvagio
                       e bestia.
Non dimentico, non posso dimenticare
                       il crescere dell’erba
il tempo imbandierato di fiori
                              e di nidi
                         il profumo del mondo.
                   Malvagio e bestia
                          selvaggio
                                incorreggibile.
Mi batterò per sempre
                   per questa terra,
                 mi batterò per sempre
                 per questi pianeti
fino l’ultima ferita
fino l’ultimo abbandono
fino l’ultima
           angosciosa amputazione.
      Malvagio
      mille volte malvagio
      bestia senza briglie
                           selvaggio.
Dentro una storia di morte
               dentro uno spazio
                           di morte
             il mio lavoro di sole
              non avrà mai fine.
Ferruccio Brugnaro

10 commenti:

  1. Una poesia di denuncia , quindi, di ciò che è la realtà di tante fabbriche e il fatto che ne risulti una realtà simile a quella della guerra, dice tutto. In che condizioni disumane lavorano tante persone ! Questo deve far riflettere !! Saluti.

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  2. Articolo intinto in immagini della realtà, che spesso lo stato finge di ignorare, per non prendere i dovuti provvedimenti.
    Articolo apprezzato.
    Buon fine settimana Stefania,silvia

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  3. Ciao,che non conoscevo,chiaro e lirico nelle sue denunce.Di artisti così abbiamo tanto bisogno.
    Ciao.fulvio

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  4. Caspita che parole di denuncia e vere, purtroppo. Buona continuazione di giornata.
    sinforosa

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  5. Cara Stefania, ecco un semplice poeta che chiarisce tante cose, è solo da sperare che tutti lo ascoltino, e che si faccia qualcosa...
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  6. Ancora tenacemente attuali le condizioni pericolose nei luoghi di lavoro e nella quotidianità, come la ribellione stavolta ben espressa da una gioventù consapevole e disposta a perseverare nel volere un cambiamento! Un post molto bello, complimenti!

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  7. Grazie a tutti per i vostri commenti. Poesie certamente che fanno riflettere su temi forti e sempre attuali.
    Ho apprezzato molto i vostri commenti e spero non me ne vorrete se vi non ho risposto singolarmente, perché le poesie che ho proposto parlano più di poche parole.
    Buona serata e un sorriso

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  8. Mi spiace molto non averlo mai incontrato quando da Venezia mi sono trasferito a Mestre per questioni di lavoro. Le sue poesie raccontano una verità che molti di noi conoscevano : a Marghera si moriva e tutti lo sapevano. Complimenti per il post ed a presto.

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    1. Già hai ragione, tutti sapevano... purtropp,o come sempre, chi dovrebbe intervenire non lo fa. Quanti altri casi ci sono in Italia? e le persone intanto continuano a morire. Ciao Elio e grazie.

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