giovedì 16 aprile 2020

"Vola solo chi osa farlo"

“- Bene, gatto. Ci siamo riusciti - disse sospirando - Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più  importante - miagolò Zorba - Ah sì? E cosa ha capito? - chiese l'umano  - Che vola solo chi osa farlo - miagolò Zorba.”
Luis Sepúlveda




Non potevo non ricordare "l'uomo che ci ha insegnato a volare" scomparso oggi a Oviedo, a seguito di complicanze dovute al micidiale virus che sta facendo tabula rasa di tante persone, di molti anziani.  
Sepúlveda aveva ancora tante storie da raccontarci e lascia un grande vuoto  dentro e attorno a noi, in chi ha imparato a sognare attraverso i suoi scritti, ha scoperto il Cile e la sua storia e si è appassionato alla letteratura sud americana.
 
Purtroppo il virus non tiene conto di nessuno e colpisce inclemente, ma l'ombra di Sepúlveda non scomparirà mai, continuerà ad esserci nei suoi libri, nella nostra memoria, per sempre.
Rileggiamoci alcune delle sue più belle opere letterarie, riviviamone le emozioni, e sarà come averlo ancora qui con noi. 
Leggiamoci ad esempio: "Il vecchio che leggeva Romanzi d'amore" o "Storia di una gabbinella e del gatto che le insegnò a volare ", da cui è tratta la citazione che riporto sopra.
Ma ne potrei citare altre come "Il mondo alla fine del mondo" - "Patagonia Express" - "Raccontare, Resistere" - "Le rose di Atacama" - "Il potere dei sogni" - "Diario di un killer sentimentale" e l'elenco non finirebbe qui.


Luis Sepúlveda nasce il 4 ottobre del 1949 nella città cilena di Ovalle e cresce presso Valparaìso con il nonno paterno, l'anarchico andaluso in esilio e condannato a morte, che rappresenterà la figura fondamentale della sua crescita. Sarò lui insieme allo zio Pepe, anch'egli anarchico, a trasmettere al giovane Sepúlveda l'amore per la letteratura. 

Giovanissimo si iscrive alla Gioventù comunista e scrive per il quotidiano “Clarìn”.
Entra come membro del partito socialista nella guardia personale di Salvador Allende. Ribelle e anticonformista studia i maggiori pensatori di sinistra, finché nel 1973, con il colpo di stato di Augusto Pinochet, viene arrestato e torturato. Per 7 mesi è prigioniero in uno stanzino che non gli consente neppure di alzarsi in piedi.
Dopo diversi appelli in suo aiuto, Amnesty International ne ottiene la scarcerazione al prezzo di in esilio di 8 anni.
Scappa in Brasile e poi in Paraguay, nella capitale dell'Equador riprende la sua attività di drammaturgo. Collabora con l'Unesco per cui studia l'impatto dell'occidente sulla popolazione di indios Shuar.
Va a vivere in Amazzonia dove trarrà spunto per il romanzo  “Il vecchio che leggeva Romanzi d'amore”. 
Ottiene la cittadinanza del Nicaragua, si sposta quindi ad Amburgo e lavora assiduamente per Greenpeace fino al 1986.

E a lui lascio la voce con le frasi tratte da alcuni suoi romanzi. 

"Quando noi uomini parliamo di umanità, nominiamo una grande famiglia il cui maggior tesoro è la diversità di razze, lingue, colore di pelle, usanze, modi di mettersi in relazione con la vita e con la morte. Eppure questa famiglia così varia ha una componente comune che ci rende umani: la consapevolezza dei diritti dell'uomo e il bisogno impellente di averli come unica norma che ci organizza la vita" (Il potere dei sogni)

“È molto facile accettare e  amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai  aiutato a farlo.”  
( Storia di una gabbinella e del gatto che le insegnò a volare)

"Quando vivi intensamente, capisci presto che la cosa più facile, più normale, è il fallimento. Però solo dai fallimenti ricavi una vera lezione. La nostra generazione è segnata dai fallimenti. Eppure si potrebbe dire che procede di sconfitta in sconfitta fino alla vittoria finale."
(Raccontare, resistere) 

"Eccole. Sono le rose del deserto, le rose di Atacama. Le piante sono sempre lì, sotto la terra salata. Le hanno viste gli antichi indios atacama, e poi gli inca, i conquistatori spagnoli, i soldati della guerra del Pacifico, gli operai del salnitro. Sono sempre lì e fioriscono una volta all'anno." 
(Le rose di Atacama) 
Il titolo italiano dato a questa raccolta di storie è anche quello di un capitolo: le rose che arrossano la magica desolazione salmastra del deserto di Atacama sbocciano per un solo giorno, ma la loro bellezza è tale da renderle estremamente preziose, da spingere gli uomini ad attenderne per giorni la fioritura. Nello stesso modo le vite degli uomini e delle donne di cui Sepúlveda parla nel libro hanno illuminato per un momento il mondo con la luce delle loro azioni, ma la loro fiaccola non sempre è stata raccolta da altri. 

Concludo con due citazioni tratte dal romanzo "Il vecchio che leggeva Romanzi d'amore":

“Con gli anni arriva la  saggezza e aveva aspettato, fiducioso, che questa saggezza gli desse quello che più desiderava: la capacità di guidare la direzione dei ricordi per non cadere nelle trappole che questi spesso gli tendevano.” 


“Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. Sapeva leggere. Ma non aveva niente da leggere”.


Notizie sulla vita tratte dal "Ilsole24ore" del 16/04/20
 
 





 

6 commenti:

  1. Cara Stefania, questo è un modo giusto per ricordarlo!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Toma

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  2. Ciao Stefania da assiduo lettore confesso la mia ignoranza, di Sepulveda ho letto solo la Gabiabella..... Conosco il suo impegno politico e lo ammiro, per le letture farò ammenda.
    Ciao fulvio

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  3. Un grande che ci ha lasciati orfani di lui.
    sinforosa

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  4. Che tristezza, ho letto che dopo essere stato ricoverato per più di un mese in ospedale è morto a causa del corona virus Sepulveda, ci mancherà tanto, è morto l'uomo che ci ha insegnato a volare. Che tristezza profonda

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  5. Ciao Stefy,un post molto esaustivo, la sua è stata una vita che non gli ha fatto sconti.
    Buon fine settimana
    Rachele

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  6. Ringrazio voi tutti per la partecipazione. Sepulveda mancherà molto a tutti noi, ma resterà sempre nei nostri pensieri.

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