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giovedì 11 maggio 2017

Un classico immortale

"Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire."
  Italo Calvino
William Shakespeare- Ritratto di Martin Droeshout
Se prendiamo spunto da questa citazione, possiamo considerare William Shakespeare un autore che ci ha regalato, a tutti gli effetti, opere davvero immortali.

I suoi drammi, continuano a essere rappresentati in giro per il mondo. Abbiamo sentito parlare tutti, avuto l'occasione di vedere qualche rappresentazione, in teatro, dell' Amleto, di Romeo e Giulietta, il Mercante di Venezia, l'Otello...

E come dimenticare “Sogno di una notte di mezza estate” il piccolo dramma che a detta di Benedetto Croce “sembra nato da un sorriso tanto è delicato, sottile, aereo".
L'amore, con le sue zone buie e le faticose conquiste di armonia, la sua poetica basata sulla visione del mondo fantastico delle allegorie rinascimentali e quello amoroso dei romanzi cavallereschi.
Il “sogno” apparentemente insensato, guidato, in realtà, dal capriccio dell'Amore, che prende vita dai movimenti e le passioni degli innamorati, un'opera che racchiude in sé tematiche quali: il mito, la fiaba, la quotidianità.
Non starò a raccontarvene la trama che credo molti conosceranno, dirò solo che parla delle imminenti nozze tra Teseo, duca d’Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni, da lui sconfitta e suo bottino di guerra.

Come molti, affascinata dai suoi intrecci, dalla poetica, dal suo canto romantico e coinvolgente, voglio oggi proporvi alcuni passi tratti dalla storia, veri e propri versi che a me hanno fatto pensare a piccole e delicate farfalle. Vi sarà capitato di incontrarne qualcuna sui sentieri mentre passeggiate, a me spesso, anche in montagna, si posano su una spalla, o su una mano e un attimo dopo sono già volate via, ma intanto ci hanno conquistato con la loro grazia, e levità.

Sono certa che chi, come me, apprezza la poesia, e ha un'anima un po' romantica, saprà cogliere in questi versi tutta la loro bellezza.
Buona lettura!
William Bouguereau
"Quale angelo mi sveglia dal mio letto di fiori?
Ti prego, grazioso mortale, canta ancora.
Il mio orecchio si è innamorato delle tue note
come il mio occhio è rapito dal tuo aspetto.
Il potere irresistibile della tua virtù mi spinge
fin dal primo sguardo a dirti, anzi a giurarti che t’amo."

“Ma non temere….ciò che nel male nasce….nel male cresce….”

“Su e giù. Su e giù.
Me li porto su e giù.
In campagna e città paura io fo.
Su e giù, spiritello, portali tu.”


"Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, nè che il bosco sia spopolato e solitario, perchè per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?
E Allora non è notte se ti guardo in volto,
e perciò non mi par di andar nel buio,
e nel bosco non manco compagnia.
Perchè per me tu sei l’intero mondo.
E come posso dire di esser sola se tutto il mondo è qui che mi contempla?"

Sir Joseph Noel Paton
 Questi sono alcuni passi tratti da “Sogno di una notte di mezza estate “, ma per non trascurare anche il William Shakespeare autore di sonetti altrettanto noti, ho pensato di proporvi un assaggio di alcuni, più famosi:


"Se leggi questi versi
dimentica la mano che li scrisse:
t’amo a tal punto
che non vorrei restar
nei tuoi dolci pensieri,
se il pensare a me
ti facesse soffrire."
Sonetto 18
Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate ha vita troppo breve:

talvolta troppo cocente splende l’occhio del cielo
e spesso il suo volto d’oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.

Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
né perdere possesso del bello che tu hai;
né morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perché al tempo contrasterai la tua eternità:

finché ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

(Tratto dal Sonetto n. 130)
“Ho visto rose variegate, rosse e bianche,
ma non ho visto alcuna rosa sulle sue guance;
e c’è più delizia in altri profumi
che nell’alito che il mio amore esala.

mi piace sentirla parlare, perché so
che la sua voce, per me, è come musica;
quando la vidi non mi sembrò una dea:
la mia donna, quando cammina, non ha grazia.”

Sonetto 15
Quando penso che tutto ciò che cresce
rimane in perfezione appena un’ora,
che questo gran teatro inscena drammi
per il plauso segreto delle stelle;
che l’uomo si sviluppa come pianta
mossa e impedita da uno stesso cielo,
giovane ha linfa, al culmine decresce
ed esce decaduto di memoria.
Ecco se penso a questo stato incerto
ti vedo più che mai ricco di vita,
ma già il Tempo al Declino fa mutare
in notte guasta il tuo giovane giorno.
    E in guerra con il Tempo per tuo amore,
    quel che ti va togliendo, io pianto ancora.