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lunedì 19 ottobre 2015

Voci dal Nicaragua

Nicaragua, terra martoriata, dilaniata e sottosviluppata, ma straordinariamente dolce. Una nazione dove il fervore per la poesia è qualcosa di visibile e di tangibile, non solo per il suo numero di poeti, ma soprattutto per il rispetto e l'ammirazione della popolazione nei confronti di essi: basti pensare che nell'atrio dell'aeroporto di Managua, la capitale distrutta dal terremoto nel 1972 e mai completamente ricostruita, un enorme quadro raffigurante Rubén Darío, il maggiore poeta del Nicaragua, figura accanto al quadro del rivoluzionario Augusto César Sandino. Rubén Darío è considerato uno dei più importanti poeti dell'area ispanica, caposcuola del modernismo, che diede nuovo slancio alla letteratura spagnola del Novecento. 

A Granada nel mese di Febbraio si svolge un importante Festival di poesia, che i cittadini nicaraguensi definiscono “il più grande del mondo”. Frase per nulla esagerata, perchè chi ha avuto modo di parteciparvi, non può che confermare tale espressione: migliaia le persone presenti a ogni lettura; un pubblico attento proveniente da ogni parte del Nicaragua, ma anche dai paesi dell'America latina e perfino dagli Stati Uniti con il coinvolgimento finanziario dello Stato e di piccoli gruppi imprenditoriali; il sostegno delle ambasciate di vari paesi del mondo; la presenza di un elevato numero di poeti di grande valore: da Derek Walcott alla cilena Nadia Prado, all'indiano Sudeep Sen, all'egiziano Ahmed al-Shahawi, al greco Chistos Tsiamis, fino ai nicaraguensi Ernesto Cardenal, Claribel Alegria e Gioconda Belli, per citarne solo alcuni.

La mia attenzione oggi è rivolta solo ai poeti nicaraguensi di cui vi propongo qualche lettura.




Ernesto Cardenal
(Nicaragua, Granada, 1925) è un poeta, presbitero e teologo. Protagonista della rivoluzione in Nicaragua del 1979, è tra i massimi esponenti della teologia della liberazione: è stato il fondatore della comunità religiosa di Solentiname.

Salmo 1

Beato l'uomo che non segue le conse-
      gne del partito
né assiste ai suoi comizi
né si siede a tavola con i gangster
né con i Generali del Consiglio di Guerra
Beato l'uomo che non spia suo fratello
né denuncia il suo compagno di scuola
Beato l'uomo che non legge gli annunci commerciali
né ascolta le loro radio
né crede ai loro slogan

Sarà come un albero piantato vicino a una fontana.
                                        Ernesto Cardenal



Gioconda Belli

(Nicaragua, Managua, 1948), scrittrice, giornalista, poetessa di origini italiane. Ha al suo attivo quattro libri di narrativa, nei quali vengono esplorati alcuni temi ricorrenti, come le vicissitudini politiche del suo paese e la lotta sandinista, il femminismo e l'emancipazione della donna.

Io quella che ti ama

Io sono un nome che canta e si innamora
dall’altro lato della luna,
sono il prolungamento
del tuo sorriso e del tuo corpo.
Io sono qualcosa che cresce,
qualcosa che ride e piange.
Io,
quella che ti ama.
                     Gioconda Belli 

Frantuma la luna
Frantuma la luna tra le tue mani
Falla a pezzi
E cospargiti della sua polvere
Fine e scura.
Proteggiamoci dai simboli
E dai sogni
Respingiamo le insidie della vita
con un duro schermo di realtà.
Accettiamo
il giorno e la notte
attraversando il tempo
con spalle rette e occhi ben aperti.
                        Gioconda Belli 


Claribel Alegria
(Nicaragua, Estelì, 1924)

Poetessa, giornalista e scrittrice autrice anche di alcuni saggi, considerata con la connazionale Gioconda Belli la maggiore esponente della Letteratura del Centro America e una potenziale candidata per il Premio Nobel per la Letteratura.


Dammi la tua mano
                                            “Oggi mi piace molto meno la vita
                                              ma sempre mi piace vivere...”
                                                      César Vallejo

Dammi la tua mano
amore
non lasciare che affondi
nella tristezza.
Già il mio corpo apprese
il dolore della tua assenza
e nonostante i colpi
vuole continuare a vivere.
Non allontanarti
amore
incontrami nel sogno
difendi la tua memoria
la mia memoria di te
che non voglio sviare.
Siamo la voce
e l’eco
lo specchio
e il volto
dammi la tua mano
attendi
devo aggiustare il mio corpo
fino a raggiungerti.
                 Claribel Alegria
(Traduzione e cura di Tomaso Pieragnolo e Rosa Gallitelli).

La voce del ruscello

Torno verso il mare
è lì che nacqui
mi accolse una roccia
quando saltai sulla terra.
Scendo piano
mi trattengo nel muschio
tra i fiori selvatici
scendo a cercare il fiume
che mi riporti al mare.
Il mio vicino
il torrente
non sa che io esisto
brama
salta
riempie canali
scoppia
anche lui cerca il fiume
dissolversi nel fiume
che mi riporti al mare
perché il mare ci aspetta
perché il mare è la culla
perché siamo il mare.
                  Claribel Alegria 
(Immagini reperite da Repubblica viaggi, notizie tratte dal mensile "Poesia" Crocetti Editore.)