Visualizzazione post con etichetta Cintio Vitier e Fina García Marruz Cuba.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cintio Vitier e Fina García Marruz Cuba.. Mostra tutti i post

lunedì 8 febbraio 2016

Cintio Vitier e Fina García Marruz

POESIA CUBANA

Cintio  il compagno - Fina la sposa  e la musa 
insieme 
nella vita e nella poesia

"fissa il peso dell'essenza fuggitiva che sempre mi sfugge" ("A te leggo le mie poesie"), dai suoi occhi dipende " la salvazione o perdizione d'ogni verso". Cintio Vitier



Fina García Marruz (La Habana, 1923). Premio Nazionale di Letteratura 1990.
E' considerata attualmente una delle voci più audaci, belle ed inquietanti della poesia cubana. Ha esordito nel 1942 con "Poemas" una raccolta influenzata dalla poetica di Juan Ramón Jiménez che a Cuba aveva fatto tappa sul cammino del suo esilio dalla Spagna in guerra.
Fina insieme a Cintio Vitier, suo compagno di vita, ed a Eliseo Diego che lo fu di sua sorella Bella, entra a far parte dello straordinario gruppo di neo avanguardia guidato da José Lezama Lima intorno alla rivista "Orígenes". E' stata allieva ed amica di Maria Zambrano, filosofa e saggista spagnola. Ha coltivato insieme agli "origenistas" una poetica della resistenza, animata da un cristianesimo razionale. Evidente nelle sue raccolte il pensiero poetico trascendentale e la sua originale estetica dell'esteriorità delle cose, i temi della cubanità, della memoria e del cattolicesimo.
Per dirla con le sue stesse parole:
"Ama la sua vita ordinaria, la sua partecipazione alle cose comuni, come fossero il più elevato mistero". 
 
da Visitaciones, 1970.

ADESSO ANCH'IO SONO FRA GLI ALTRI
Adesso anch'io sono fra gli altri
che dicevano guardandoci, con l'aria
di una finissima tristezza "Suvvia, giocate"
per allontanarci. E nella penombra bella
delle panche dei parchi al tramonto
Di cosa parlavano, oh dì, e chi erano?
Superiori, come dei, facevano pena.
Si assomigliavano moltissimo se lenti
ci guardavano distanti, come un gruppo
di alberi uniti da un giorno d'autunno.

Adesso anch'io sono fra gli altri
di cui ci burlavamo a volte,
lì come sciocchi, così stanchi.
Noi, i piccoli, noi che non avevamo
nulla, guardavamo, senza vederli,
quel loro modo di essere tutti d'accordo.
E adesso
che ho camminato lenta fino alle loro panche
per riunirmi a loro per sempre,
adesso anch'io sono fra gli altri,
i maggiori di età, i malinconici,
ma come sembra strano, non è vero?


Claude Monet
da Créditos de Charlot, 1991.
CINEMA MUTO
Non è che gli manchi
il suono,

è che possiede
il silenzio.
 Fina García Marruz

                                                            "Todo empieza como con queja,
                                                               y con los ojos arrasados".
                                                                  José Martí
                                                                                   trad: (Tutto comincia con un reclamo,
                                                                                           e con gli occhi che rase al suolo.)

da Verso amigo, 1999.

Non tutto finisce. Tutto comincia,
come con un lamento. Tutto comincia,
e con gli occhi arrossati.
Ah, padre. Il dolore genera.
L'amore dorme su di una foglia.
Incantesimo azzurro è l'amore.
Rosso, come garofano che esplode
nell'ombra, pallido, ardente
è l'amore. Tutto comincia.
A tratti, rompendo
la nuvolaglia, la pena
di aver tanto sperato.
Albeggerà. Sapremo
che l'ora del lutto
sarà ormai passata, da questa
strana dolcezza.
Fina García Marruz

Cintio Vitier (Key West (Cayo Hueso in spagnolo) Florida, Stati Uniti, 1921 - La Habana, Cuba, 2009), poeta, narratore, saggista e critico cubano, è stato uno dei pilastri dell’intellettualità cubana come lo fu Lezama Lima o Eliseo Diego, suo cognato.
Cintio ed Eliseo, due grandi intellettuali rivoluzionari che si sposarono felicemente con due sorelle – Fina e Bella García Marruz, due poetesse e scrittrici eccellenti e due coppie esemplari. Cintio ha dedicato ai poeti che costituirono il gruppo Orígenes importanti studi e parte di un'ampia produzione saggistica.
Nella sua poesia, la parola si fa veicolo di conoscenza, alla ricerca del significato ultimo dell'essere e delle cose.
Si dice che la sua poesia è dominata dall'intelligenza, non astratta e concettuale, ma mistica, quella parte di una radice scura che si evolve verso un modo lucido e coerente, anche nella cura della metrica.


Claude Monet
A te leggo le mie poesie

A te leggo le mie poesie
perchè nascano davvero.
                                       Il loro volto di parole
mi si disegna nel tuo d'amore
per la prima volta, e così protetto
mi duole meno la povertà
illuminata d'affetto.

Emula della dama assorta di Vermeer,
tu fissi sull'ago della bilancia il peso
dell'essenza fuggitiva, che sempre mi sfugge.

La salvazione o la perdizione d'ogni verso
pende dai tuoi occhi, capaci
di saggiare la poesia come il fuoco
saggia la spada.

                          Tu dici, musa
della mia passione, e della mia lucidità,
l'ultima parola, quella che manca,
come il bacio d'oro della madre
affinchè il figlio risorga e io lo accetti.
                                   Cintio Vitier

Non chiedermi

Non chiedermi false
collaborazioni, giochi
all'equivoco o alla confusione:
chiedimi che l'essere mi porti
sanguinando fino al suo sole.

Non chiedermi firme,
foto, crediti per un ignominioso
incremento di doppiezza: chiedimi
di essere come frtelli
col cuore aperto fino alla morte.

Non compiacere la mia vanità, cerca la mia forza,
che è anche la tua. Non chiedermi, con la tua
delicatezza, di tradirmi. Non fingere
di poter credere alla mia finzione.
Non facciamo un altro mondo di menzogne.

Facciamo un mondo di verità, di verità
           da condividere come pane terribile per tutti.

Questo sento che esige da me ogni giorno,
           implacabilmente, la Rivoluzione.

5 Novembre 1967
                                      Cintio Vitier
(Traduzione di Nicola Licciardello)
Tratte da "Poesia" Corcetti Editore