mercoledì 17 maggio 2017

" MIRAGGI DELL'ISOLA" di Edda Pellegrini Conte

“La vita è un'isola in un oceano di solitudine, le sue scogliere sono le speranze, i suoi alberi sono i sogni, i suoi fiori sono la vita solitaria, i suoi ruscelli sono la sete. La vostra vita, uomini, miei simili, è un'isola, distaccata da ogni altra isola e regione.
Non importa quante siano le navi che lasciano le vostre spiagge per altri climi, non importa quante siano le flotte che toccano le vostre coste: rimanete isole, ognuna per proprio conto, a soffrire le trafitture della solitudine e sospirare la felicità. “ Kahlin Gibran

Possiamo non essere d' accordo con questa visione, ritenere, come José Saramago, che non è vero che ogni persona è un'isola ma: “è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è.”
Comunque sia, ognuno è libero di pensarla come crede, per Edda Pellegrini Conte autrice della raccolta “ MIRAGGI DELL'ISOLA”, di cui oggi voglio presentarvi il racconto “L'attesa” :
“...ogni uomo è un'isola, e come isola ha bisogno di comunicare con le altre isole, perchè tutte insieme sono il mondo” (da Addio all'isola)

Ho avuto modo di farvi conoscere Edda Conte già attraverso alcune poesie.
La voce di questi racconti non si discosta molto dalla sua lirica: l'osservazione per la natura, l'analisi delle cose... ci racconta il tutto, proprio, con i passi armoniosi e fluenti della sua poetica, in un lirismo, a tratti, coinvolgente. Con un'attenta analisi dell'animo umano, il libro si dipana in un volgere di immagini di ariosi respiri, ci fa riflettere sul vissuto.
Ci troviamo a passeggiare in giardini e pensiamo a isole dell'anima, incontriamo la speranza, il piacere, il silenzio, il tempo che scorre, si riflette su distanze a volte difficili da colmare, come tra i personaggi di Mono, il filosofo e il guardiano del faro nel racconto (Il vento, Mono e l'isola felice).
Edda Conte interagisce, interiorizza l'isola, l'assorbe e il risultato che ne consegue è il largo respiro  che troviamo tra le sue pagine, un viaggio vitale che ha il potere di diventare anche il nostro.
Credo che l'intepretazione di Gibran possa, in qualche modo, confarsi con alcuni scritti della raccolta:
il Vento, Presenza, il Tempo, il Piacere, la Speranza... hanno anima, pensiero.
L'autrice, rifacendosi al mito, li fa muovere, agire come umani alla ricerca di una propria dimensione, rivolta al bello e al piacere.
Ogni personaggio si muove in un suo silenzio... la solitudine... i vari silenzi sono parti integranti del tutto, e nella visione di Edda Conte, sempre positiva, non disturbano, non angosciano, ma in un “leitmotiv” armonizzano tra loro.

Il libro è fresco, fresco di stampa e sarà presentato a Pisa sabato 30 Maggio.

Buona lettura:
L'attesa

All'isola si racconta che:
La casupola, in mezzo alla macchia di bassi cespugli, mirto lentischio fiori di cisto bianco e rosa... poco lontano dal mare...

Ondeggia il cisto al vento di ponente... tutto intorno alla casa, come se in un abbraccio volesse proteggerla, proteggerla da tutto, dai venti, dagli spruzzi salmastri, dagli sguardi curiosi... anche consolarla della sua solitudine. Sembra una casa abbandonata.
I cespugli si avvicinano ogni giorno di più, finiranno col soffocarla nella stretta del loro amore.
Ma la casupola non risponde a questo amore. Resta indifferente, chiusa in un suo sé potente e misterioso.
All'interno le pareti echeggiano parole frantumate nel tempo, cedono amaro ancora, ma la lingua tace. Presenza, senza età, non sa più parlare, sa solo tacere e attendere. Si fa sempre più ostile. E' diafana, tra poco resterà solo l'ombra stampata su quelle pareti che continuano a parlare, a parlare...
Il desiderio genera il pensiero, scrive un antico filosofo. E Presenza è tutta un pensiero, una mente piena di desiderio che la consuma momento per momento. Passa la giornata in un assorbimento strano, bisognoso di niente. Solo a tratti ha una specie di risveglio, allora butta occhiate avide oltre i cespugli, fino al mare, fino al lontano orizzonte. Il mare è tutta una distesa azzurra che si fonde con il cielo sereno. Presenza vi legge tante promesse rassicuranti. Sorride, poi ricade nel solito torpore. Non mangia non beve non parla, è solo attesa...
Quando è notte i suoi sensi si risvegliano in tutta la loro potenza, è allora che ha bisogno di cibo, ha bisogno di amore, ha bisogno di quel corpo che fa tutt'uno con il suo. Spinge lo sguardo dentro il fitto della macchia senza nulla vedere. Perché è notte, perché è buio.

Una notte, al plenilunio, gli ogliastri agitano le braccia dove già brillano i primi frutti come scuri coralli, il cisto muove mollemente i suoi candidi fiori, la macchia è tutta un sussurro che accompagna il ritmico batti batti del mare sulla battigia.
Presenza vibra di commozione – è lui che torna – dice a se stessa nel silenzio della parola. Come sempre e più di sempre aguzza lo sguardo, scruta fuori, nella macchia illiminata a giorno dalla luna alta nel cielo. Vorrebbe uscire all'aperto per farsi vedere, per abbracciare e farsi stringere, come lui è solito fare ad ogni ritorno dal mare...
Non può. E' solo ombra che il chiarore lunare stampa sulla parete. Tende le braccia e senza voce grida appassionatamente: sono Presenza, la tua Presenza. Vieni da me!
Un possente battito d'ali muove l'aria nella stanza, segue un lieve rumore, come un sospiro, che riempie tutta la casa. Con elegante volo un candido gabbiano si è posato sul davanzale.
Presenza è affascinata dall'apparizione, non si stanca di fissare l'insolito viaggiatore che pare venuto apposta per lei. Sente nel cuore una serenità nuova che l'allontana dall'accorato pensiero e le mette dentro un senso di sicurezza e di pace. Come per incanto chiude gli occhi e si abbandona ad un sonno ristoratore.

Passate le ore la Luna va a spengersi nella diffusa luminosità dell'alba.
Subito il giorno con i suoi colori accende tutte le cose frugando ogni angolo dove la notte ama nascondere i suoi segreti.
La prima brezza di terra percorre la macchia, accarezza gli ogliastri, i cespugli del mirto... desta dolcemente i fiori del cisto. Passa e va... Presenza ha aperto gli occhi. E' sorpresa di un inconsueto risveglio.
Del notturno visitatore ha un ricordo confuso, come di un bel sogno che la luce del giorno cancella dalla mente. Prova una sensazione strana che la tiene ben desta, quasi una motivazione a continuare
a vivere sorretta dalla speranza.
Riprende a guardare fuori della finestra che tiene sempre aperta sulla macchia fiorita, percepisce nuovi odori che la brezza di mare spinge fino a lei...
Le ore corrono veloci verso il tramonto.

Per sette notti Presenza assiste al volo del gabbiano che viene a posarsi sul davanzale.
Ogni sera lo guarda affascinata e sempre cade in un sonno profondo che dura fino al mattino.
Quando si desta ha ancora nella mente l'eco di un canto che ha sentito nel sonno, e le piace immaginare che quella sia la voce del visitatore notturno...
Le pareti stesse ogni giorno ripetono quella melodia...
Un'intima gioia rienpie l'anima di Presenza; le sue ore trascorrono in una nuova attesa.
Ma una notte l'attesa è vana...
La casa respira un silenzio pesante, quasi una mancanza d'aria.
Nessun gabbiano viene a posarsi sul davanzale della finestra.
Nel cielo stellato brilla una piccola falce di luna.

Da quel giorno un'altra assenza pesa sul cuore di Presenza e dilata il corso del suo tempo. Continua a mandare alla finestra occhiate inquiete e ansiose, sia di giorno che di notte. Il suo corpo si fa sempre più esangue...

Nell'isola si racconta che nelle notti di luna piena ogni pescatore perduto tra le onde torni a visitare la sua casa.
Si dice anche che chi passa vicino alla casupola di Presenza, ormai nascosta tra i cespugli del cisto, può udire un dolce canto che il vento porta verso il mare.


16 commenti:

  1. Mi piace pensare che ognuno di noi venga paragonato ad un'isola....Bella la foto della copertina e quella che hai pubblicato su FB. Mi hai fatto venir voglia di leggerlo, questo libro. Un abbraccio, cara Stefy!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' senz'altro un bel viaggio, Erika, che merita di essere vissuto con tutte le sue intense sensazioni. Grazie, un abbraccio a te.

      Elimina
  2. Immagini introspettive, molto profonde e interessanti, paragonate a scenari della natura.
    Una notevole pubblicazione, che avrà un meritato successo
    Mi soffermo, con immenso piacere, sulle tue pagine Stefania, un abbraccio, silvia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Silvia per le tue riflessioni, certamente il libro è molto di più di quello che ho scritto, perchè la mia voleva essere solo un'introduzione al racconto. Sono certa anch'io che avrà successo. Un caro saluto a te, e grazie ancora.

      Elimina
  3. Risposte
    1. Già... casuale coincidenza!! Ma in fin dei conti, non siamo tutti isole che navigano nel mare... ? Grazie per la visita, un abbraccio a te.

      Elimina
  4. mi sono molto cari questi temi Stefania, soprattutto se affrontati con la grazia che caratterizza questo blog!!!
    A presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Luigi... per tutto, sei molto gentile. Un saluto a te.

      Elimina
  5. Profonde riflessioni sulle quali è utile soffermarsi.
    Un Auguroni per il suo libro, un grazie e un caro saluto per te.
    Rachele

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi associo al tuo augurio e grazie tante a te. Un caro saluto.

      Elimina
  6. Un ringraziamento dovuto a Stefania per l'ospitalità offerta su questo blog al mio racconto "L'Attesa". Un grazie per le parole con cui lo presenta e soprattutto per l'accorto commento che le accompagna..
    Apprezzo molto certi passaggi di questo suo giudizio che coglie i punti nodali del racconto e, in definitiva, anche del libro. Ottimo il raffronto con il pensiero di Gibran, autore che amo moltissimo per la sua profonda spiritualità.
    Trovo perfettamente centrata l'osservazione a proposito dei "silenzi" che "non disturbano, non angosciano" perché la visione dell'Autrice" è "sempre positiva".
    Grazie comunque e...complimenti al blogger.
    Edda Conte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, ma ho cercato solo di fare del mio meglio, per dare visibilità ad un'opera, che si presenta bene da sola e merita tutto il nostro apprezzamento. Come ho detto sopra ad un lettore, sono consapevole che il libro sia molto di più, io ho cercato di darne un'idea per introdurre il tuo racconto. Credo di non aver detto granchè, ma nel mio intento c'era il desiderio che il lettore potesse andare oltre, senza essere influenzato da un mio giudizio. Non so se ci sono riuscita, ma ti ringrazio molto, per me è stato un onore accoglierti qua. Ti faccio tanti auguri, sono certa che il libro avrà un meritato successo.

      Elimina
  7. Quanta suggestione in questo racconto, sospeso tra realtà e favola e scritto con un linguaggio ricco, profondo e sognante....
    Molto interessante anche la tua presentazione, cara Stefania, che sottolinea il tema del silenzio!
    Grazie di cuore e un abbraccio!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie cara Annamaria, per la tua sensibilità, è proprio come dici. In pratica è proprio come un bel brano di musica classica, ci parla con la musica dell'anima. Ti abbraccio.

      Elimina
  8. Riletto piacevolmente.
    Ciao Rachele

    RispondiElimina