lunedì 19 dicembre 2016

La pianta della Luna


Un vischio, fin dall'infanzia sospeso grappolo
di fede e di pruina sul tuo lavandino
e sullo specchio ovale ch'ora adombrano
i tuoi ricci bergére fra santini e ritratti
di ragazzi infilati un po' alla svelta
nella cornice, una caraffa vuota,
bicchierini di cenere e di bucce,
le luci di Mayfair, poi a un crocicchio
le anime, le bottiglie che non seppero aprirsi,
non più guerra né pace, il tardo frullo
di un piccione incapace di seguirti
sui gradini automatici che ti slittano in giù….

Di una Natale metropolitano - Eugenio Montale 


In questi giorni la troviamo un po' da per tutto: in sacchetti ai supermercati, ai mercati rionali, dalla venditrice sulla via.  Credo molti sappiano che quando dico “pianta della Luna” intendo la pianta del vischio, i cui ramoscelli, segno augurale di portafortuna, si usano durante il periodo natalizio sulle ghirlande, come decorazione per i pacchi regalo, o da appendere sulla porta di casa come buon auspicio per chiunque entri.
La sua tradizione ha radici molto antiche, si perde nelle lontane terre del nord Europa, popolate dai mitici sacerdoti druidi e dai Celti.
Furono loro a dare, al famoso ramoscello, il nome appunto di “pianta della Luna” per le sue bacche bianche e lattiginose. 
Essendo una pianta aerea, che non ha radici ma vive attaccata al tronco di altri alberi, spesso sulla quercia, ritenuta sacra dai druidi, era considerata manifestazione degli dei.
Nell'antica gallia le bacche erano impiegate, nella medicina popolare, per la cura di varie malattie, tra cui la sterilità , invece l'arbusto, per intero, nei riti magici e religiosi.

Anche oggi gli estratti di vischio vengono usati in erboristeria, per favorire la guarigione da moltissime malattie.
Gli arbusti della pianta crescono come parassiti, insinuando la base del fusto sotto la corteccia degli alberi, e nutrendosi della linfa della pianta ospite.

Le piante di questo genere si propagano grazie agli uccelli, che si cibano delle piccole bacche e quindi espellono i semi in aria con gli escrementi, in questo modo i semi finiscono sui rami degli alberi, dove si svilupperanno. Cresce di preferenza sugli alberi di pino, sui meli, sul biancospino, sulle querce e sui pioppi ed è spesso visibile anche sui rami di alcune conifere.


Tante leggende sono legate al vischio io ne ho scelte due. La prima è riconducibile a una leggenda cristiana, la seconda invece prende origine proprio dalle lontane popolazioni che abitarono il nord Europa.

La prima leggenda

In un paese tra i monti, c'era un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva nessun amico.
Una sera, il vecchio mercante si girava e rigirava nel letto senza prendere sonno. Allora, uscì di casa e incontrò persone che andavano tutte verso lo stesso luogo.
Qualche mano si tese verso di lui.
Qualche voce si levò: - Fratello, - gli gridarono - non vieni? -
Fratello, a lui? Lui non aveva fratelli.
Era un mercante e per lui non c'erano che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero.
Ma dove stavano andando? Si mosse un po' curioso e si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! - pensava - Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello.
Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vendere più caro e speculava sul bisogno dei poveri, mai la sua mano si era aperta per donare.
No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttato, ingannato, tradito, eppure tutti gli camminavano a fianco.
Con loro, giunse davanti alla Grotta di Betlemme. Li guardò entrare: nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. Lui invece, lui che era ricco, non aveva niente.
Entrò nella grotta insieme con gli altri, s'inginocchiò insieme agli altri.
- Signore, - esclamò - ho trattato male i miei fratelli. Perdonami. - E cominciò a piangere.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline.

Era nato il vischio.


La seconda leggenda

Si racconta che il vischio era anche la pianta associata alla Dea anglosassone Freya (o Frigga), sposa del dio Odino e protettrice dell'amore e degli innamorati. La leggenda narra che Freya aveva due figli, Balder e Loki.
Loki era cattivo e invidioso e voleva uccidere il fratello, buono e amato da tutti.
Venuta a conoscenza di ciò Freya cercò di proteggere Balder e chiese a Fuoco, Acqua, Terra, Aria e a tutti gli animali e le piante di giurare la loro protezione per l'incolumità del figlio, e così fecero.
Ma l'astuto Loki scoprì che la madre non si era rivolta alla pianta che non viveva né sopra né sotto terra: il vischio.
Pensò quindi di intrecciare i rami di questa pianta trasformandola così in un dardo appuntito, lo diede al dio cieco dell'inverno che lo tirò dal suo arco e colpì, uccidendolo, Balder.
Tutti gli elementi della Terra e del Cielo si rattristarono per la morte dell'amato Balder e per tre giorni e tre notti cercarono con tutte le loro forze di riportarlo in vita, ma non ci riuscirono. Freya, rassegnata e disperata, pianse tutto il suo dolore sul corpo del figlio.
Magicamente però, le lacrime sincere della madre, a contatto con il dardo di vischio, diventarono le bacche perlate della pianta e Balder riprese vita.
Così Freya, colma di felicità, ringraziò chiunque passasse sotto l'albero su cui cresceva il vischio con un bacio.

Da lì la tradizione vuole che chi sta sotto il vischio si baci, come segno augurale di protezione e amore.  

Il ramo di vischio va conservato gelosamente tutto l’anno e lo si brucia, secondo un diffuso costume, soltanto il giorno dell’Epifania dell’anno successivo.

7 commenti:

  1. Un post molto interessante e in tema con il periodo.
    Saluti a presto.

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  2. Cara Stefania, molto ma molto interessanti queste leggende!!! spesso le leggende fanno sognare come le favole, e ha me questo piace tanto.
    Ciao e buona settimana cara amica con un forte abbraccio.
    Tomaso

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  3. Non le conoscevo queste leggende, e comunque sono sempre affascinanti. Buona serata

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  4. Ciao Stefania,le leggende sono sempre interessanti da leggere e poi il tuo post mi ha insegnato molto sul vischio.
    Tanti auguri cara amica e a presto,fulvio

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  5. Sempre particolareggiati, e di gradevolissima e interessante lettura, i tuoi
    articoli vicini al periodo che si sta vviendo
    Mille cari auguri di festività liete, cara Stefania, e un abbraccio,silvia

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  6. Ciao Stefy ..... Bel post, ottime le foto, molto evocative e belle le leggende che non conoscevo
    Un saluto grande - Buon pomeriggio, settimana e Serene e Felici festività natalizie per tè e la tua famiglia :-)

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  7. Grazie a tutti, per la vostra presenza, per la vostra partecipazione. Un sorriso e tanti cari auguri di Buone feste!!

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